
L’uso dei droni, regolamentato e monitorato, consente alle imprese agricole di intervenire con precisione millimetrica, riducendo l’impiego di fitofarmaci e risorse idriche, e migliorando la sicurezza degli operatori. Un vantaggio cruciale soprattutto nelle aree con morfologia complessa, dove i mezzi tradizionali incontrano limiti operativi.
Durante l’evento “Olivo 4.0”, tenutosi presso Agrocalabria srl in Calabria, dedicato alle nuove tecnologie applicate all’olivicoltura, il ruolo dei droni è stato al centro del dibattito.
Le applicazioni vanno ben oltre la semplice irrorazione: i droni diventano veri e propri strumenti di monitoraggio intelligente, in grado di raccogliere dati multispettrali e termici utili a mappare lo stato di salute delle coltivazioni, individuare stress idrici, carenze nutrizionali o attacchi parassitari prima che diventino visibili a occhio nudo.

L’obiettivo è chiaro: rendere l’agricoltura italiana più sostenibile e competitiva, rafforzando al tempo stesso la sicurezza alimentare e la tutela del territorio.
L’uso dei droni non è solo una questione di innovazione tecnica, ma una nuova visione dell’agricoltura, e segnatamente dell’olivicoltura, dove l’uomo resta al centro, supportato da strumenti che moltiplicano la sua capacità di osservare, decidere e agire con consapevolezza.
Poter dosare in maniera molto oculata principi attivi come lo spinosad, potente esca attrattiva contro la mosca olearia, rappresenterebbe un passo avanti che solo l’agricoltura di precisione è in grado di fare, senza sprechi e ulteriori fonti di inquinamento.
Durante l’evento Olivo 4.0, è stato veramente interessante scoprire come il forte grado di micronizzazione della soluzione ha consentito una eccellente somministrazione della zeolite cubana e di biostimolanti (Agrisystem srl) sulla vegetazione di un giovane oliveto superintensivo di proprietà di Agrocalabria srl.
Con questa decisione, il Senato italiano ha tracciato la via verso una svolta epocale per l’agricoltura di precisione: un segnale concreto di fiducia nel progresso responsabile. Resta ora la speranza che la tecnologia non venga piegata, ancora una volta, alla stoltezza dell’uomo e al suo egoismo inquinante, ma diventi invece strumento di equilibrio e rispetto per la terra che ci nutre.



















