Attacchi di tripide dell’olivo, analisi di varietà tolleranti

La Carolea è risultata quella più suscettibile al fitofago
Tecnica e Ricerca
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Liothrips oleae (Costa), noto anche come tripide o pidocchio nero dell’olivo, è un fitofago secondario presente in molte aree olivicole del Bacino del Mediterraneo che raramente raggiunge livelli di infestazione tali da giustificare il ricorso ad interventi diretti di difesa. Le anomalie climatiche degli ultimi anni hanno però determinato, in alcuni areali olivicoli calabresi, attacchi massicci tali da comportare perdite consistenti di produzione. I danni si manifestano su germogli, foglie e frutti e sono determinati dalle punture trofiche sia degli adulti che delle forme giovanili. Il presente studio è stato eseguito, nell’ambito del progetto SALVAOLIVI “ Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio olivicolo italiano con azioni di ricerca nel settore della difesa fitosanitaria”, della durata di 4 anni (2019-2022), in un oliveto privato nel comune di Zagarise (CZ), interessato da un attacco di tripide negli anni precedenti, per valutare l’eventuale suscettibilità di alcune varietà di olivo all’attacco dell’insetto.
All’interno dell’oliveto erano presenti tre cultivar: Carolea, Nocellara messinese e Coratina. Poiché l’appezzamento era delimitato a est da un bosco a macchia mediterranea e a ovest da una siepe a rovo limitrofa ad una strada provinciale, è stato valutato anche il possibile effetto “rifugio” dei due differenti ambienti nei confronti del tripide. I dati del monitoraggio dei primi tre anni sono stati ottenuti prelevando un campione casuale di 20 drupe/pianta per diverse ripetizioni di ogni varietà, con cadenza mensile in funzione del ciclo biologico dell’insetto.
Dall’analisi statistica dei dati sottoposti ad ANOVA (analisi della varianza) è emerso che nel 2019 e nel 2021 la cultivar Nocellara messinese ha mostrato una maggiore tolleranza agli attacchi del tripide mentre la cultivar Carolea è risultata la più suscettibile. Non è stato riscontrato nessun effetto statisticamente significativo dell’ambiente, nonostante sia stata rilevata una minore percentuale di attacchi nella parte centrale dell’oliveto rispetto ai margini confinanti con bosco e strada. I risultati di questa indagine possono fornire utili informazioni nella selezione di varietà di olivo tolleranti al tripide per la costituzione di nuovi impianti olivicoli.

BIBLIOGRAFIA: Pierluigi Rizzo, Chiara Spadaro, Annamaria Ienco, Massimiliano Pellegrino, Veronica Vizzarri (CREA – Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, Rende). V Convegno Nazionale dell’Olivo e dell’Olio

Tags: in evidenza, tripide

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