Il caolino a difesa dell’olivo contro la nuova ondata di calore

Riflette i raggi solari, riduce la cascola, aumenta la produzione
Tecnica e Ricerca
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L’avviso è stato già lanciato da tutti i principali centri meteo. Da domani (venerdì 7), le correnti atlantiche cederanno il passo al fronte di aria caldissima proveniente dall’Algeria che porterà sull’Italia la seconda ondata di calore di questa estate, con punte di 40°. Il caldo è previsto stabile e permanente, almeno fino a metà mese, al Sud e su parte del Centro.
Di fronte a questo scenario – salutato con legittima gioia dal settore turistico – qualche preoccupazione viene dal mondo agricolo chiamato a verificare che le proprie coltivazioni, specialmente quelle che in questi mesi sono in piena fase vegetativa, non subiscano danni. Tra queste vi è anche l’oliveto, rispetto al quale la protezione dall’irraggiamento solare può evitare una pericolosa cascola. Tra le opportunità presenti oggi, certamente il caolino è considerato, anche in biologico, una delle migliori protezioni naturali: essendo una argilla bianca, infatti, riflette i raggi del sole, genera un effetto “anti-riscaldo” alla pianta perché abbassa la temperatura, contribuendo a garantire maggiori performance produttive.
A conforto di questa soluzione vi è uno studio, pubblicato su una rivista scientifica, dell’Università di Damasco (Siria) che ha messo in evidenza come l’applicazione del film di particelle di caolino sull’oliveto abbia portato ad un aumento significativo del 17,6% della resa dei frutti. In particolare, lo studio ha permesso di constatare che negli alberi spruzzati con caolino per proteggerli dall’irraggiamento solare, erano aumentati rispettivamente del 14,55% il peso, del 6,15% la lunghezza e del 5,92% il diametro delle drupe. La produzione calcolata di olio per albero, tenendo conto della resa e del contenuto di olio, è stata di 7,90 kg rispetto a 6,03 kg di alberi non spruzzati con caolino. La stessa ricerca ha anche evidenziato, sotto il profilo chimico ed organolettico, una maggiore presenza di polifenoli (la cui concentrazione è fortemente correlata dall’attività di fotosintesi delle piante, al clima, al caldo, allo stress da siccità) ed un minor numero di perossidi.
Sul mercato oggi vi sono diverse proposte di caolino. Capire quale sia il più efficace non è facile tra le varie offerte che giungono da più parti. Noi ci siamo rivolti a Domenico Bucca (nella foto), tecnico commerciale di Clay & Clay, proprietaria del marchio AgriBioClay, per capire correttamente le differenze.
“Per quanto si parli genericamente di caolino come di una unica sostanza – chiarisce subito – in realtà sotto il profilo mineralogico i giacimenti non sono uniformi. È ovvio che l’efficacia contro l’irraggiamento solare è garantita solo con un caolino in purezza. E per essere definito “caolino”, la polvere di roccia deve avere almeno, come quota minima, il 60% del minerale di riferimento, cioè la caolinite. È chiaro poi che più alti sono i valori di tale minerale, maggiore è la garanzia di essere in presenza di un prodotto puro e privo di inquinanti. Un caolino in purezza deve avere anche la proprietà di riflettere appieno la luce e la capacità di assorbire l’umidità notturna che viene rilasciata poi di giorno a beneficio della pianta”
Relativamente alla distribuzione sugli olivi, si utilizza la modalità della nebulizzazione. Se ne utilizza da 3 a 10 chili ogni 100 chili d’acqua a seconda del tipo di caolino, della coltura, del macchinario utilizzato.

Tags: Bucca, caolino, in evidenza, ondata di calore

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