L’uso delle polveri di roccia come corroboranti è ormai una pratica in via di diffusione in diversi settori dell’agricoltura e, ovviamente, anche per l’olivo. I corroboranti sono sostanze naturali regolamentate da una specifica normativa che ne descrive le caratteristiche necessarie all’immissione in commercio in agricoltura biologica e convenzionale. Sono sostanze di base utilizzate anche per altri scopi, che in agricoltura devono essere immesse in commercio tal quali, quindi non in formulati, miscele e/o con sostanze additivate. Nel caso delle polveri di roccia, devono essere ottenute tramite procedimenti meccanici ed essere prive di elementi inquinanti.
Un corroborante, quindi, non può essere ricondotto alla definizione di fitofarmaco e di fatto non può essere né un concime né un fitofarmaco. È insomma una sostanza di base che viene utilizzata per aiutare le piante a resistere meglio contro gli stress biotici ed abiotici (dovuti all’ambiente e all’azione di insetti, muffe, funghi, batteri).
Tra i corroboranti oggi in commercio, è risaputo che il caolino offre un valido aiuto sia per limitare i danni agli oliveti dovuti alla forte radiazione solare estiva, sia per contrastare l’azione di alcuni insetti (a partire dalla mosca dell’olivo), sia per mantenere idratate ed asciutte le piante rendendo ostile la propagazione di muffe e funghi.
Meno risaputi invece sono i meccanismi tramite i quali il caolino agisce. È importante, ad esempio, sapere che il caolino è il più inerte tra gli inerti ed inoltre la caolinite (il minerale che compone il caolino) ha capacità di scambio cationico (CSC) prossima allo zero, vale a dire la capacità di agire e reagire chimicamente. Non agisce né reagisce pertanto sul terreno sottostante e tanto meno sulle radici della pianta. Il fatto che sia inerte lo rende anche insolubile in acqua e nella maggior parte degli ambienti acidi, infatti si scioglie completamente solo in acido fluoridrico.
La sua funzione è quindi prettamente meccanica: riflette la radiazione solare, assorbe e rilascia umidità. “Questi due semplici meccanismi, insieme al fatto che sia inerte – ci viene spiegato dalla Clay & Clay – lo rendono un prodotto efficace e sicuro per gli operatori, a patto che siano rispettate le caratteristiche indicate dalla normativa. Ecco perché abbiamo selezionato AgriBioClay, il caolino che meglio risponde a queste caratteristiche ed è espressamente studiato per l’utilizzo in agricoltura e nell’olivicoltura in particolare”.
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