Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti climatici hanno segnato il nostro passo. Le previsioni della comunità scientifiche sono allarmanti, è ora di cambiare modus operandi, probabilmente siamo ancora in tempo per evitare il peggio.
Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Le attività umane, principalmente la combustione di combustibili fossili e la deforestazione, hanno aumentato significativamente le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, provocando il riscaldamento globale.
Il rapporto del 2023 dell’IPCC evidenzia l’urgenza di azioni immediate e ambiziose per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti, sottolineando la necessità di un impegno globale coordinato e l’importanza di integrare soluzioni basate sugli ecosistemi e sulle comunità locali. All’interno del documento, i principali risultati del rapporto confluiscono sulle responsabilità da parte dell’uomo sull’avvento dei cambiamenti climatici, i quali stanno già influenzando molto le variabili meteorologiche in tutte le regioni del mondo, con perdite e danni diffusi per la natura e le persone.
Allo stato attuale, la temperatura globale media è aumentata di circa 1,1 °C rispetto ai livelli preindustriali.
L’obiettivo sarà quello di contenere l’aumento della temperatura globale entro il 2035 di 1,5°C. Senza interventi significativi, le politiche climatiche attuali porterebbero a un riscaldamento di circa 3,2°C entro il 2100, il che porterebbe a conseguenze catastrofiche. L’IPCC sottolinea l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) e di adottare misure di adattamento per costruire la resilienza ai rischi climatici.
Sono necessarie azioni ambiziose che includano la transizione verso fonti di energia rinnovabile, la protezione degli ecosistemi naturali e la collaborazione con le comunità indigene e locali per una gestione sostenibile delle risorse.
L’agricoltura del carbonio
Tra le parole chiavi rientra la neutralità carbonica, che rappresenta uno degli obiettivi chiave nella lotta contro il cambiamento climatico. Si riferisce all’equilibrio tra le emissioni di anidride carbonica (CO₂) prodotte e le emissioni rimosse dall’atmosfera. Raggiungere la neutralità carbonica implica azioni volte a ridurre le emissioni di gas serra e aumentare le attività che assorbono CO₂, come la riforestazione.
Il carbon farming, (o agricoltura del carbonio), è un insieme di pratiche agricole progettate per catturare e immagazzinare anidride carbonica (CO₂) atmosferica nel suolo e nella vegetazione, contribuendo così alla mitigazione del cambiamento climatico. Questo approccio mira a migliorare la capacità del terreno di sequestrare il carbonio attraverso varie tecniche sostenibili, migliorando contemporaneamente la salute del suolo e la produttività agricola.
Oltre a ciò, l’asportazione della CO2 va in linea con le strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Tra i benefici del carbon farming si annoverano il miglioramento della salute del suolo (mediante l’utilizzo di pratiche ecocompatibili che aumentano la sostanza organica e la biodiversità del suolo), l’aumento della produttività, la sostenibilità degli agroecosistemi e come già citato, riveste un ruolo di notevole importanza nell’asportazione del carbonio atmosferico per un suo stoccaggio nel suolo.
La concentrazione attuale di CO2 ha superato i 420 ppm, segnando un incremento del 50% rispetto ai livelli ricostruiti alla fine del XVIII secolo. Secondo gli scienziati valori così elevati non sono mai stati raggiunti negli ultimi 14 milioni di anni, e questa tendenza, se non mitigata, potrebbe portare le concentrazioni di CO2 a livelli di 600-800 ppm alla fine di questo secolo.
Di recente è stato approvato AgroEcology_Italy, il primo progetto in Italia nella generazione dei crediti di carbonio in agricoltura con validazione internazionale, che dà la possibilità alle aziende agricole di adottare pratiche sostenibili e alle imprese di compensare l’impatto ambientale acquistando crediti di carbonio di alta qualità (per queste ultime la compensazione torna utile in caso di acquisizioni di certificazioni ambientali o anche per qualificarsi come aziende sostenibili).
Il progetto di Alberami Società Benefit
Il progetto è stato proposto da Alberami Società Benefit, startup innovativa nel settore climatico fondata nel 2021 a Lecce, il cui impegno è finalizzato a potenziare l’assorbimento di CO2 attraverso l’agroforestazione e l’agricoltura rigenerativa.
Specializzata nella rigenerazione di terreni degradati, Alberami trasforma questi in aree produttive ricche di biodiversità, utilizzando colture autoctone, consociazioni, e creando fasce tampone e isole verdi per sostenere fauna e impollinatori. Lavorando prevalentemente con aziende agricole italiane di piccole e medie dimensioni, si concentra su colture perenni legnose come olivi, mandorli e noci, oltre a colture cerealicole, promuovendo pratiche che accelerano la cattura di carbonio.
Inoltre, attraverso modelli avanzati, telerilevamento e campionamenti del suolo, Alberami quantifica con precisione l’aumento della cattura di carbonio.
Questi crediti vengono poi monetizzati sul mercato volontario del carbonio, con profitti generosi di cui fino al 75% è destinato agli agricoltori partecipanti, assicurando così la loro sostenibilità economica oltre che ambientale.
Il carbon farming oltre ad avere come scopo principale l’asportazione di CO2 atmosferica, diventa un importante strumento di aiuto al reddito degli agricoltori che vorranno allinearsi al protocollo delle pratiche agricole sostenibili.
Alla base di ciò vi sono i crediti di carbonio certificati che rappresentano una tonnellata di CO2 (o il suo equivalente in altri gas serra) che viene rimossa dall’atmosfera o evitata attraverso progetti di riduzione delle emissioni.
Questi crediti possono essere acquistati e venduti, offrendo un meccanismo di mercato per incentivare la riduzione delle emissioni di gas serra.
I crediti di carbonio sono nati come parte degli sforzi internazionali per combattere il cambiamento climatico, in particolare attraverso il Protocollo di Kyoto del 1997 e l’Accordo di Parigi del 2015.
Esistono de principali tipi di mercato del carbonio:
– Mercati di Conformità, dove le entità (come le aziende o i Paesi) sono obbligate per legge a ridurre le loro emissioni di gas serra. Se non riescono a farlo direttamente, possono acquistare crediti di carbonio per compensare le loro emissioni. Esempi includono il Sistema di Scambio delle Emissioni dell’Unione Europea (EU ETS) e il California Cap-and-Trade Program.
– Mercati Volontari, dove le entità acquistano crediti di carbonio su base volontaria per compensare le loro emissioni, spesso come parte di impegni di responsabilità sociale d’impresa o per migliorare la loro immagine pubblica.
Tra i progetti che riducono o sequestrano le emissioni di gas serra ci sono i progetti di energia rinnovabile (eolico, solare, ecc.), efficienza energetica (installazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento più efficienti), gestione dei rifiuti (diminuzione delle missioni di metano) e infine il sequestro di carbonio mediante attività di rimboschimento, riforestazione e pratiche agricole come il carbon farming che aumentano l’assorbimento della CO2 atmosferica.
Il carbon farming offre una promettente via per combattere i cambiamenti climatici, migliorare la salute del suolo e sostenere le comunità agricole. Tuttavia, per realizzare il suo pieno potenziale, sono necessari investimenti iniziali, innovazioni tecnologiche e un quadro politico favorevole. Con il giusto supporto, il carbon farming può diventare una componente chiave di una strategia globale per la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare.