Confermato! Solo in Italia calerà la produzione di olio di oliva

Si tornerà a 3 milioni di tonnellate, incognita consumi
Economia
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Piu o meno confermate le nuove stime sulla produzione globale di olio d’oliva 2024/25 da parte della Società Scientifica degli Olivicoltori (4E) della Grecia.

Sebbene le produzioni di alcuni paesi siano state riviste, non muta lo scenario complessivo mondiale. Solo l’Italia avrà una produzione minore rispetto allo scorso anno (quando si era attestata attorno alle 330.000 tonnellate), mentre in crescita significativa sono Spagna, Turchia, Grecia e Tunisia, paesi questi che quest’anno saranno nell’ordine ai primi quattro posti per quantitativi.

Produzione stimata

Ecco la produzione stimata di olio di oliva in migliaia di tonnellate per la prossima campagna olearia (minimo e massimo)

Spagna 1.300 – 1.500
Turchia 300 – 320
Grecia 230 – 290
Tunisia 260 – 280
Italia 180 – 200
Portogallo 160 – 180
Marocco 110 – 140
Siria 90 – 100
Altri 550 – 650
Stima della produzione globale
3.000 – 3.200

Ciò significa che, dopo tre anni turbolenti di siccità e condizioni meteorologiche avverse, si prevede che la produzione globale – salvo uno shock catastrofico dell’ultimo momento – ritorni ai livelli normali.

I prezzi

Logicamente, rileva l’organismo ellenico, si prevede che i prezzi delle materie prime (all’ingrosso, franco partenza) diminuiranno, soprattutto quando i serbatoi degli oleifici, del commercio e dell’industria si riempiranno dopo dicembre 2024. Secondo l’associazione, un prezzo compreso tra 5 € e 5,5 € /kg per qualità media di extravergine di produzione greca potrebbe essere considerate “ragionevoli” (ad oggi, come noto, il prodotto italiano viaggia ad un prezzo superiore di 2 euro rispetto a quello greco).

Il consumo

Tuttavia, sarà ovviamente il consumo il principale fattore determinante ad incidere sulla dinamica dei prezzi. Nelle ultime due stagioni commerciali, evidenzia l’associazione greca, l’impennata del prezzo dell’olio d’oliva ha portato una parte significativa dei consumatori di olio d’oliva – tra il 30 e il 40% – a “migrare” verso oli di semi competitivi o a limitare i diversi usi di olio di oliva nella ristorazione collettiva e domestica. La grande “scommessa” è recuperare questo consumo il più rapidamente possibile. Altrimenti lo squilibrio con l’eccesso di offerta tenderà a esercitare una pressione al ribasso sui prezzi alla produzione.

“Ecco perché l’abbassamento dei prezzi sugli scaffali delle catene di distribuzione organizzata, così come le azioni di promozione dei consumi – evidenzia la Società Scientifica degli Olivicoltori (4E) sono di vitale importanza per l’equilibrio dell’intero settore e nell’interesse anche dei produttori olivicoli. L’olio d’oliva rappresenta meno dell’1,5% della produzione e del consumo globale di oli e grassi. La collaborazione tra tutti i paesi produttori di olive, le parti interessate della catena del valore e gli scienziati è quindi cruciale”.

Le scorte

Le scorte ridotte al termine della stagione commerciale 2023/24, viene rilevato, dovrebbero essere anche marginalmente sufficienti come “ponte” per l’avvio degli oli di oliva del nuovo raccolto senza particolari tensioni sui mercati, ma anche rallentando la tasso di diminuzione dei prezzi.

 

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Tags: in evidenza, produzione, stime

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