Il crollo del prezzo del gas ha riportato il costo dei concimi ai livelli pre-guerra, con una riduzione complessiva del 40% rispetto al 2022. Una bella notizia per gli olivicoltori in vista della concimazione primaverile per sostenere la ripresa vegetativa delle piante. Lo ricorda Coldiretti che ha compiuto un’analisi sugli effetti del calo delle quotazioni del gas che ad Amsterdam scende sotto i 48 euro al megawattora, il livello minimo da inizio dicembre 2021. I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – sottolinea la Coldiretti – è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti.
Nel dettaglio, il prezzo dell’urea, il fertilizzante più utilizzato, e che dal prossimo mese di marzo sarà impiegato dagli olivicoltori, oscilla oggi tra i 60 e i 65 euro/quintale, in linea con i dati dell’autunno 2021, ben distante dagli oltre 110 euro raggiunti nei primi mesi del conflitto in Ucraina. Più ragionevoli anche i prezzi dei fosfatici scesi a 40 euro/quintale, in calo del 25% mentre più contenuti sono, invece, i cali sui prodotti a base di potassio che registrano una lieve oscillazione (-5%).
“Le difficoltà economiche – ricorda la Coldiretti – avevano portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni, già duramente colpite dal clima anomalo, con cali fino al -30% proprio per l’uso dei concimi il cui aumento è influenzato dal fatto che la produzione mondiale dipende fortemente dal costo del gas ed è concentrata in Russia e Bielorussia. L’Italia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), con l’Egitto che da solo rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Algeria, Libia, Turchia, Marocco. Si tratta di – conclude la Coldiretti – di una inversione di tendenza importante per i bilanci delle imprese agricole e per garantire la produttività delle coltivazioni”.