Dici Menfi e pensi al vino, alla Doc che porta il suo nome, ai 6 mila ettari di vigneti che fanno di questa cittadina dell’agrigentino una delle realtà a maggiore densità vitinicola. Eppure l’olio, quello di qualità, l’extravergine che proviene dalle varietà autoctone Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola, ha saputo trovare il suo spazio.
Merito dei fratelli Pietro, Paola e Gianluca Oreto – due ingegneri i maschi, architetto la femmina – che hanno installato due anni fa un moderno frantoio oleario, dotato delle ultime innovazioni Pieralisi, capaci di garantire un prodotto di altissima qualità con il marchio FrantOllio Casale Abate, che riprende il nome dell’edificio di famiglia ristrutturato e adibito a casa vacanze.
Ultimo step, quello del frantoio, di un progetto che è partito da lontano e avviato con l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale prodotto dalla principale attività della famiglia Oreto, la casa editrice Grafill, specializzata in editoria tecnica. La carta per produrre libri, come noto, si fa con gli alberi, ancorché oggi il supporto cartaceo è in gran parte sostituito dal digitale; e dunque quale migliore compensazione al consumo se non quella di piantumare altri alberi?
Ecco quindi che i 500 olivi messi a dimora nel lontano 1972 dal papà Paolo, con la moglie Marinella come insostituibile punto di riferimento – sono diventati lo spunto per ampliare la produzione olivicola, aggiungendone tra il 2016 ed il 2018 altri 3.200 ed arrivando oggi a gestire qualcosa come 8 mila piante su 20 ettari certificati biologico, Igp Sicilia e Dop Val di Mazara.
Il frantoio, che lavora anche conto terzi fornendo una importante risposta agli olivicoltori della zona, si avvale di Protoreattore, gramole My blend, decanter a due fasi Spi senza aggiunta d’acqua (e separatore Marte) per una produzione di monovarietali e blend che, stanno ottenendo ampi consensi.
E nella prospettiva di produrre un impianto capace di coniugare qualità a sostenibilità ambientale, sono state applicate le migliori soluzioni “green” possibili. Dunque il nocciolino viene recuperato per alimentare la caldaia che insieme ai pannelli fotovoltaici garantisce l’autosufficienza energetica del frantoio, mentre la sansa viene inviata ad un impianto a biogas per la produzione di energia.
Insomma, una bella realtà quella del FrantOlio Casale Abate, capace di impreziosire l’olivicoltura siciliana che in ogni angolo dell’isola è sempre capace di raccontare storia di persone, di valori, di qualità.