Dagli Usa: “Meno morti per demenza grazie all’olio di oliva”

I risultati di una mega ricerca su 90.000 americani
Tecnica e Ricerca
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di Antonio Amorosi
affaritaliani.it

L’incontro di punta dell’American Society for Nutrition di quest’anno, tenutosi tra 22 e il 25 luglio a Boston, ha scodellato una ricerca top che restituisce all’Italia il suo primato nella qualità della vita: il consumo regolare di olio d’oliva (non è neanche specificato che sia extravergine) è associato a un rischio inferiore del 28% di demenza fatale. Lo dice una mega ricerca USA su 90.000 americani in cui la ricercatrice post dottorando presso l’Harvard T.H. Chan School of Public Health Anne-Julie Tessier ha studiato i documenti di morte per tre decenni: 4.749 partecipanti allo studio sono morti di demenza.

Lo studio analizza il rapporto tra dieta e morte legato alla demenza e fa emergere gli effetti benefici dell’olio d’oliva. Coloro che ne consumavano più di mezzo cucchiaio al giorno hanno un 28% di minor rischio di morte per demenza rispetto a quelli che non hanno mai o raramente consumato. L’effetto rilevante è su quasi un terzo della popolazione. Il quadro migliora addirittura se si sostituisce un solo cucchiaino di margarina e maionese con la quantità equivalente di olio d’oliva al giorno: il rischio di morte di demenza in quel caso diventa inferiore dell’8-14%. Gli scienziati hanno anche rilevato che l’associazione olio d’oliva e minor rischio di morte per demenza persiste indipendentemente dalla qualità della dieta.

In sostanza, consumare olio d’oliva anziché grassi trasformati o animali permette un effetto molto benefico sul cervello e di avere una dieta più salutare con effetti quindi benefici generali. “Alcuni composti antiossidanti nell’olio d’oliva possono attraversare la barriera emato-encefalica, potenzialmente con un effetto diretto sul cervello”, ha dichiarato Tessier alle riviste specializzate, “è anche possibile che l’olio d’oliva abbia un effetto indiretto sulla salute del cervello a beneficio della salute cardiovascolare”.

È noto che l’olio d’oliva extravergine, nella cui produzione di qualità l’Italia primeggia nel mondo, promuove la neurogenesi, contiene anche vitamina E e polifenoli che svolgono una potente attività antiossidante. Altre ricerche precedenti avevano dimostrato che l’olio extravergine della dieta mediterranea riduceva i biomarcatori dell’Alzheimer. Studi precedenti a questo attuale avevano anche mostrato che l’olio d’olio extravergine rigenera le cellule umane e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. L’olio extravergine di oliva Italiano è un’eccellenza mondiale, grazie al clima benevolo della penisola, alle innumerevoli varietà presenti nel Paese e ai sistemi di lavorazione accurati italiani.
È ovvio che in queste ricerche non vanno mai intese come rapporto causa-effetto ma la Tessier ha anche spiegato che servirebbe un ulteriore studio randomizzato per determinare la quantità ottimale di olio d’oliva da consumare al fine di raccogliere i benefici predetti.

Lo studio sui 90.000 è l’unico di settore in circolazione che esamina il rapporto tra dieta e morte, legato alla demenza, in questo momento. Un problema, la demenza, davvero devastante per le persone affette, i loro cari e le famiglie, anche in termini di impegno, risorse ed assistenza. Si stima che negli Stati Uniti soffrano tra demenza e Alzheimer circa 5,6 milioni di persone oltre i 65 anni, in Italia oltre un milione di persone, 44 milioni nel mondo.

Tags: affaritaliani, Alzheimer, demenza, in evidenza

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