Nella campagna olearia 2022/2023 Grecia e Turchia avevano messo insieme qualcosa come 760 mila tonnellate di olio di oliva (rispettivamente 340 mila la prima e 420 mila la seconda), più di tutta la Spagna che non aveva superato invece le 700 mila. Ora, in questa campagna olearia ormai pressoché conclusa, i numeri sono drammaticamente diversi: tra le 150 e le 170 mila tonnellate di olio quello prodotto per la Grecia e 180 mila tonnellate per la Turchia. Risultati impietosi per i due paesi orientali del bacino del Mediterraneo che pagano sia l’anno di scarica che condizioni meteo sfavorevoli.
” Questo è stato uno dei raccolti peggiori degli ultimi 30 anni” ha dichiarato a Olive Oil Times il produttore e frantoiano Periklis Tsoukalas del Peloponneso, una delle regioni più produttive delle Grecia. “A parte la quantità ridotta e le rese inferiori alle aspettative – ha aggiunto – qui solo il 70% dell’olio d’oliva appena spremuto viene classificato come extravergine a causa di problemi con la mosca dell’olivo”. Riconoscendo amaramente che “i pesticidi utilizzati non possono combattere efficacemente il parassita”. Ma, come detto, ad incidere sono stati gli effetti del tempo, come i fenomeni metereologici improvvisi, grandinate in primis, che hanno colpito gli olivi in alcune zone di produzione, facendo cadere le olive a terra e aggravando ulteriormente il problema.
E se la Grecia piange, la Turchia non ride. La stima ufficiale del raccolto dal Consiglio turco per l’olio d’oliva e l’olio d’oliva (UZZK) a settembre prevedeva che la produzione nazionale di olio d’oliva della Turchia avrebbe raggiunto solo 180.000 tonnellate, meno della metà dello scorso anno. Stime amaramente confermate. Ad influire anche qui il clima irregolare della scorsa primavera, che ha prolungato le condizioni invernali in molte delle regioni produttrici di olio d’oliva del paese, interrompendo l’allegagione degli olivi.
“È nella genetica dell’olivo che ci sarà una produzione molto più bassa dopo un anno del genere”, ha detto sempre a Olive Oil Times Mustafa Tan, presidente dell’UZZK, commentando la diminuzione del raccolto nel paese. “Rispetto allo scorso anno, la resa per albero è diminuita del 55,7%, pari a 7,9 chilogrammi di olio. Prevediamo – ha aggiunto – che la resa stimata di olio d’oliva sarà di 179.300 tonnellate e 442.000 tonnellate di olive da tavola in questa stagione di produzione. Valori che comunque possono coprire sia le nostre esportazioni che il nostro consumo nel mercato interno”.
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