Così le fasi fenologiche hanno influito nell’annata olearia

Le fisipatie che hanno interessato gli oliveti del centronord Italia
AIPO
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Chiudiamo l’anno con un’analisi della situazione delle piante dell’olivo nel corso del 2023 identificando i problemi di fisiopatie (in questo articolo) e fitopatie (in quello in uscita domani) che hanno interessato il centro nord Italia dove un po’ ovunque la produzione è stata inferiore alle medie.

Il 2023 è stata caratterizzato da un andamento climatico caratterizzato da periodi caldi, oltre la media di stagione, come nella terza decade di maggio, poi ancora la terza decade di giugno e ancora nella seconda decade di luglio e decade di agosto, probabili concause di una negativa produzione d’olive. Le precipitazioni sono state sufficienti, in alcuni casi sono state intense, come nella seconda metà di aprile, abbiamo avuto piogge superiori alla media mensile in maggio, ad inizio di giugno, in luglio e nei primi giorni di agosto. Le precipitazioni cumulate sono state nella norma, seppur con rilevanti differenze locali.
Non sono mancati gli eventi grandinigeni, anche rovinosi, come in aprile e luglio.

Fasi fenologiche
Inizio dell’attività di assorbimento delle radici
L’attività di assorbimento delle radici è iniziata tra l’ultima decade di marzo e i primi giorni di aprile, quando le temperature del terreno, a 35-40 cm di profondità, hanno ora raggiunto e superato i 10°C.

Fioritura
La fioritura ha avuto inizio nell’ultima decade di maggio e si è protratta oltre la terza decade di giugno. In questo particolare e delicato momento per le piante d’olivo, le temperature massime sono salite oltre i 30°C e non sono state favorevoli all’impollinazione: infatti, oltre tale limite termico la capacità fecondante del polline si abbassa notevolmente.

Allegagione
A questo si è aggiunta la mancanza di acqua e d’umidità in generale dell’aria, che hanno influito negativamente sull’uniformità delle allegagioni, tanto che si sono mostrate difformi sui territori olivicoli regionali.
I cambiamenti climatici di questi ultimi anni hanno certamente determinando delle risposte diverse da parte delle piante, come l’induzione a fiore, che sembra aver subito delle ripercussioni negative, date da inverni miti, anche se è vero che non si conoscono così bene le esigenze in freddo delle diverse varietà d’olivo del Nord Italia. Vi sono poi gli innalzamenti delle temperature durante il periodo della fioritura, con gradi di calore superiori ai 30°C, che compromettono il potenziale produttivo delle piante.
Le fioriture, poi, avvengono oramai in condizioni meteorologiche imprevedibili, lontane dalle consuete situazioni stagionali. L’adattamento della pianta dell’olivo a queste nuove situazioni climatiche sembra essere lento, in più si sta notando una “stanchezza dei terreni”, vale a dire una perdita della fertilità dei suoli e le cause non sono evidenti e limitatamente riconducibili a una mancanza di qualche macroelemento. In questo potrebbe valere una ridotta attività microbiologica per la limitata disponibilità di sostanza organica.

Primo ingrossamento olive
Subito dopo l’allegagione, seconda/terza decade di giugno, è iniziato il primo ingrossamento delle olive. Con la prima settimana di luglio si è assistito a una importante cascola verde delle olive che, in alcuni casi, eccedeva il normale distacco delle drupe. Fenomeno questo già comparso in maniera allarmante già dal 2017 e a oggi non sono ancora del tutto chiare le cause, di conseguenza, non vi sono metodi efficaci per limitarla o annullarla. La cascola anomala delle olive avviene nella fase compresa tra allegagione e indurimento del nocciolo, dalla prima alla terza decade di luglio. Studi condotti tra il 2018-2020 hanno individuato tra le possibili cause alcuni funghi appartenenti alla famiglia delle Botryosphaeriaceae, hanno così suggerito, come metodo di controllo, degli interventi fungicidi in pre e post fioritura. Indipendentemente dall’esecuzione di tali trattamenti, continuano a verificarsi fenomeni di cascola precoce.
Altre indagini hanno evidenziato come causa l’attività di alimentazione d’insetti ad apparato boccale pungente e succhiante ed è stato individuato come responsabile, il ruolo principale svolto dalla Cimice asiatica, anche se non sono da escludere il concorso di altri insetti, quali il Cotonello o la Tignola dell’olivo. Tali segni di attività di alimentazione da parte dell’insetto, sono la presenza di piccole fitte infossate e necrotiche sull’epidermide della drupa e la mancanza all’interno della drupa dei tessuti tegumentali, che avvolgono il seme, che sono assorbiti dallo stesso. Tutto questo dovrebbe portare ad un successivo disseccamento e alla cascola dell’oliva.

Indurimento nocciolo
A fine della seconda decade di luglio è iniziato l’indurimento del nocciolo e si è protratto sino ai primi giorni di agosto.

Maturazione
Con la prima decade di agosto è iniziato il secondo ingrossamento dell’oliva e la serie di reazioni che hanno portato alla produzione dei lipidi, “lipogenesi”, all’interno della polpa. Per le prime settimane di agosto l’accumulo è stato lento, è divento più rapido dalla fine di agosto, rimanendo poi costante dall’ultima decade di ottobre.

Invaiatura
L’invaiatura, contraddistinta da un cambiamento di colore delle olive, è iniziata nella prima decade di settembre. La fase finale della maturazione per la raccolta delle olive è stata definita utilizzando gli indici colorimetrici di Jèan.

Raccolta olive
La raccolta delle olive è mediamente iniziata nella seconda decade di ottobre, in concomitanza con l’apertura dei frantoi; si è ultimata a fine novembre, anche se gran parte dei frantoi hanno concluso le moliture nella prima decade di novembre.

Riposo vegetativo
Con probabilità la fase del riposo vegetativo degli olivi è avvenuta nella terza decade di novembre, quando le temperature del terreno a 30 cm di profondità sono scese sotto gli 8°C e quelle a esterne a 2 metri da terra hanno raggiunto i 2 – 3°C.

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Tags: Aipo, Fasi fenologiche, fisiopatie, in evidenza

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