Nelle analisi delle olive, la spettroscopia del vicino infrarosso, NIR, (Near-Infrared Spectroscopy), determina la quantità di grassi, umidità e acidità presenti nel campione sottoposto a esame, dando la possibilità di stabilire i corretti tempi di raccolta e stimare la resa industriale. Dalle analisi dell’olio si ottengono l’acidità, i perossidi, il K232, il K270, il Delta K, gli alchilesteri, le cere, le composizioni fenoliche, la composizione degli acidi grassi.
La spettroscopia NIR si avvale dell’utilizzo della luce nel vicino infrarosso. Per comprendere questo metodo si deve considerare che la luce è formata da onde elettromagnetiche, che hanno proprie lunghezze. L’occhio umano riesce a cogliere nella luce i colori quando questi hanno lunghezze d’onda compresi tra 380 nanometri, corrispondenti al violetto, ai 700 nanometri, coincidenti con il rosso. Da considerare che un nanometro misura un miliardesimo di metro.
La spettroscopia del vicino infrarosso, NIR, utilizza dei fasci di luce che vanno da 700 a 950 nanometri; sono chiamati “vicino infrarosso”, perché hanno lunghezze d’onda inferiori al colore rosso. Un esempio d’utilizzo degli infrarossi sono gli apparecchi per la visione notturna, quando non c’è abbastanza luce visibile.
La spettroscopia agli infrarossi è pure normalmente impiegata nel campo della chimica, per la rilevazione della composizione di prodotti, come le olive, l’olio, la sansa, dove fasci di luce sono proiettati nel campione da analizzare. Questi fasci di luce, una volta entrati nel campione, si disperdono tra i tessuti o composti, che prima li assorbono e poi li rilasciano ed escono. Quando questi fasci di luce vanno fuori dal composto sono però variati nella loro banda di lunghezza e, questo, secondo la natura chimica del prodotto che hanno incontrato e attraversato. Tale cambiamento è influenzato anche dal tempo di permanenza impiegato dal fascio di luce durante il suo passaggio. La strumentazione NIR, che emette i fasci di luce, poi se li riprende variati e sono tecnicamente chiamati spettri.
Il sistema NIR controlla questi spettri e li esamina secondo le loro grandezze e ampiezze, ottenendo dei dati numerici; sono proprio questi dati numerici che informano come è composto il campione analizzato e i dosaggi presenti. Per fare questo gli strumenti NIR utilizzano dei metodi di calcolo, matematici o statistici, che sono in grado di trasformare i numeri in risultati chimiche; questa tecnica che è chiamata chemiometria.
La chemiometria, pertanto, non è altro che un software, ossia un programma informatico, che riesce a trasformare i dati matematici e statistici in dati chimici corrispondenti ai costituenti del campione analizzato. La tecnologia NIR, oramai utilizzata da oltre un ventennio per olive, olio e sanse è rapida e affidabile, occorrono solo pochi minuti per ottenere i risultati, è semplice nella preparazione dei campioni, impiega solo energia elettrica e poco materiale di rapido consumo.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli