“L’eco-schema 2 è l’antitesi della sostenibilità ambientale”. Il prof. Salvatore Camposeo, ordinario di Arboricoltura generale e Coltivazioni arboree all’Università Aldo Moro di Bari (nella foto), boccia senza mezzi termini le disposizioni relative al regime ambientale dell’inerbimento delle colture arboree, oliveti compresi, evidenziando come da Bruxelles sia evidentemente sfuggito che il 99% di questa tipologia di alberi è oggi presente in areali caldo-aridi. L’occasione l’ha fornita la tavola rotonda sul tema “Cambiamento climatico: impatto su reddito e rese dell’olivicoltura” alla fiera Agrilevante di Bari.
Come noto l’eco-schema 2 – che è su base volontaria e garantisce un contributo aggiuntivo all’olivicoltore pari a 120 ero ad ettaro – punta ad assicurare la presenza di copertura vegetale erbacea spontanea o seminata nell’interfila o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma.
“L’inerbimento a calendario non ha alcun senso. In agricoltura il calendario serve solo per ricordare compleanni ed onomastici oltre che scadenze fiscali. Sostenere che si deve lasciare inerbiti i terreni dal 15 settembre al 15 maggio è una assurdità. Quest’anno a metà settembre si registravano temperature ancora elevate e le infestanti erano un nemico per gli olivi che andava eliminato. E che dire del 15 maggio quando a Corato o a Ruvo di Puglia abbiamo le olive già allegate e l’inerbimento non è stato certo utile alla pianta?”
Il docente ha preso anche in esame il periodo dal 16 maggio al 14 settembre, quando l’eco-schema 2 dispone il divieto di lavorare il suolo. “Già parlare di aratura negli oliveti è imbarazzante, visto che in questi terreni ci si va al massimo con la fresa o con l’erpice. Ma la lavorazione non è mica sempre un nemico del suolo, così come l’inerbimento non è sempre il supporto migliore! La lavorazione, anche nel periodo preso in esame, su alcuni terreni diventa utile per la pianta. Dobbiamo toglierci dalla testa l’orologio, capire che le erbe infestanti vanno eliminate in certi momenti e lasciate in altre e seguire i consigli agronomici che scaturiscono dall’età dell’albero, dalla tipologia del terreno e dal decorso climatico”.