Le temperature si stanno sempre più abbassando, per l’olivo è il segnale che deve iniziare a interrompere la propria attività vegetativa. Già la maggior parte dei nuovi germogli, tra settembre e ottobre, ha cambiato la propria consistenza: da erbacea è diventata legnosa, e ne è pure variato il loro colore, da verdastro a tendente al grigio.
Il terreno, a livello delle radici, si sta raffreddando sempre più e, quando si raggiungeranno i 9 – 10 gradi centigradi, i peli radicali diventeranno poco permeabili e avranno difficoltà ad assorbire i liquidi. Così, ridurranno progressivamente l’assunzione d’acqua e di sali minerali, sino a sospenderla. Mancando gradualmente da parte delle radici l’invio di linfa alle foglie, queste ridurranno la sintesi clorofilliana, di conseguenza, indirizzeranno sempre meno fluidi ai tessuti, che tenderanno ad asciugarsi e a ridurre i loro volumi.
Si rallenteranno tutte le attività vitali e la pianta si porrà in quiescenza invernale o “riposo vegetativo” o “dormienza”. La minore presenza di liquidi nei tessuti lascerà degli spazi vuoti tra cellula e cellula, che saranno riempiti da depositi di sostanze zuccherine, sali minerali e alcoli come il glicerolo, sintetizzati dalla pianta d’olivo. Le membrane cellulari varieranno la composizione dei grassi che le compongono, diventeranno più fluide.
All’interno delle cellule aumenterà la sintesi di antiossidanti, come polifenoli, carotenoidi, flavonoidi, vitamine appartenenti ai gruppi A, C, E e zuccheri, in modo tale che la pianta riesca a superare senza troppi problemi il periodo di disidratazione associato alle basse temperature. Queste modifiche alle strutture cellulari e la sintesi di nuovi composti funzioneranno come dei crioprotettori, in grado di limitare la cristallizzazione dell’acqua all’interno delle strutture cellulari, contribuendo a far sopravvivere la pianta alle basse temperature.
L’olivo può sopportare temperature invernali anche molto rigide, che possono giungere sino a un –10°C, purché siamo di breve durata. A soffrirne di più sono le foglie e i giovani rami che, essendo più ricchi di acqua, sono più sensibili e possono subire danni con condizioni termiche che si avvicinano allo zero.
L’olivo ha la necessità di entrare in riposo anche per proteggere le gemme dal freddo che, entreranno in uno stato di “dormienza”, non si allungheranno e non svilupperanno strutture vegetali tenere, ricche di acqua e, perciò, soggette al congelamento.
Con gli innalzamenti delle temperature a fine inverno, le gemme riprenderanno la loro funzione e concluderanno il processo d’induzione fiorale. Il regolare germogliamento primaverile avverrà, però, solo se la pianta avrà accumulato un adeguato numero di ore di freddo, considerato per l’olivo in circa una settimana con temperature medie di 6-8 gradi centigradi. In mancanza di un soddisfacimento di questa “fame di freddo”, l’olivo avrà difficoltà a percepire l’arrivo della primavera e si potrebbe verificare un ritardo nella ripresa vegetativa, o una cascola anomala delle gemme, o una fioritura scalare e povera, o un’insufficiente allegagione dei fiori.
Da considerare che, in questa fase di dormienza, l’olivo sta in apparente stasi. In realtà, al suo interno avvengono importanti processi a sostegno delle funzioni vitali della pianta, come l’utilizzo delle sostanze di riserva, necessarie a far sopravvivere l’albero in questo periodo, in cui vi è assenza di produzione di alimenti, e tenerlo attivo e pronto per la ripresa vegetativa.
Per sostenere l’olivo a superare bene il periodo invernale e svolgere con sufficiente energia le sue funzioni, prima che riduca del tutto la propria attività vegetativa, è possibile nutrirlo con la distribuzione di concimazioni autunnali, soprattutto negli apporti di fosforo e potassio. La pianta andrebbe poi supportata somministrandole prodotti che attivino i meccanismi di resistenza e di adattamento al clima freddo, utilizzando estratti di alghe marine o distillato di legno o amminoacidi, le cui azioni favoriscano la sintesi e la traslocazione delle sostanze di riserva nei tessuti di deposito, come le radici, il troco, i rami e, in parte, le foglie.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli
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