“Meno olio sì, ma chi ha lavorato bene ha prodotto olive sane”

Nostra intervista tra i frantoiani in una delle regioni più colpite dalla mosca: un interessante focus su difficoltà incontrate, tempi di raccolta, rese e qualità dell'olio di oliva
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A cura di Assoprol

Durante i colloqui tra i tecnici di Assoprol e i frantoiani umbri, sono emerse alcune tematiche ricorrenti: la qualità delle olive, l’anticipo della raccolta, le rese, la produttività e le difficoltà affrontate in campo. Ecco una

Lucia e Giampaolo (Il Nocciolino)

La prima tappa ci porta nella sottozona Colli del Trasimeno, dove abbiamo incontrato Lucia e Giampaolo del Frantoio Il Nocciolino a Ponte Valle Ceppi (PG), certificato sia per la produzione biologica che per la DOP Umbria Colli del Trasimeno. Una realtà all’avanguardia, punto di riferimento per molti produttori olivicoli perugini, anche per il servizio di molitura conto terzi. Lucia ci racconta: “La produzione è circa la metà rispetto allo scorso anno. Le aziende più strutturate, grazie a interventi mirati in campo, sono riuscite a portare olive sane e di buona qualità. Gli hobbisti e i piccoli olivicoltori, invece, hanno avuto maggiori difficoltà, con olive spesso meno sane.” Prosegue aggiungendo: “La resa media è stata del 15%, con punte record fino al 24%.” Giampaolo ci parla invece delle innovazioni introdotte in frantoio: “Abbiamo implementato la filtrazione in linea e il raffreddamento delle olive prima del lavaggio, oltre al già consolidato utilizzo degli ultrasuoni.” E conclude: “La qualità degli oli prodotti è molto alta, soprattutto nella prima fase, con fruttati erbacei e note amare e piccanti ben bilanciate. I contenuti di polifenoli hanno superato i 700 mg/kg.”

Eugenio Ranchino con la moglie Silvia

Il viaggio prosegue nella sottozona Colli Orvietani, dove a Porano (TR) abbiamo incontrato Eugenio Ranchino, olivicoltore e frantoiano certificato DOP Umbria Colli Orvietani. “In questa zona le rese medie si attestano intorno al 12,5%, con un calo produttivo di circa il 30%” spiega Ranchino. “Le aziende strutturate sono riuscite a portare olive sane, mentre i produttori più piccoli hanno avuto difficoltà nella raccolta per via di una gestione in campo non ottimale.” Anche qui si conferma come gli oli migliori siano stati prodotti nella prima parte di ottobre: eleganti, complessi, con profili aromatici intensi.

Yuri Amantini

Lungo la fascia olivetata Assisi–Spoleto, ci accoglie Yuri Amantini, direttore del Frantoio di Spello, cooperativa che conta oltre 500 soci. “Abbiamo anticipato l’apertura ai primi di ottobre,” racconta Amantini, “per seguire il ritmo delle raccolte anticipate dei soci. È stata fondamentale l’attività di monitoraggio fitosanitario condotta da Assoprol: ha permesso interventi tempestivi che hanno salvaguardato la qualità delle olive.” Aggiunge poi: “Chi non è intervenuto in tempo, purtroppo, in molti casi non ha potuto nemmeno raccogliere.” Rispetto all’annata record dello scorso anno, la cooperativa ha registrato un forte calo produttivo, con meno della metà delle olive molite. “Le rese medie sono state del 14,5%, con oli di buona qualità ma profili olfattivi più contenuti. Tuttavia, i polifenoli risultano più elevati rispetto al passato, grazie all’introduzione del decanter a due fasi.”

Giovanni Crocelli

Ci spostiamo ora tra i Colli Amerini, dove incontriamo Giovanni Crocelli, presidente del Frantoio ItalyHeart di Amelia. “È stata una stagione complessa,” racconta, “abbiamo anticipato l’apertura di una settimana e siamo ormai alla conclusione delle moliture. Nonostante la presenza di mosca e lebbra, siamo riusciti a garantire la lavorazione immediata delle olive per preservarne la qualità.”

Crocelli sottolinea l’importanza della cultivar Rajo: “Le olive di questa varietà sono state particolarmente interessanti e ci hanno permesso di produrre l’‘Infinito’, monocultivar di Rajo.” Le rese si sono mantenute su buoni livelli, attorno al 15%, ma con una produzione complessiva in calo di circa il 60%.

 

La famiglia Rinalducci

Il nostro viaggio si conclude nei Colli Martani, a Gualdo Cattaneo, dove abbiamo incontrato Giovanni Rinalducci, titolare del Frantoio Rinalducci. Insieme ai figli e alla moglie gestisce un moderno impianto a due fasi, certificato DOP Umbria Colli Martani e Biologico, attivo sia per la produzione aziendale che per conto terzi. “La campagna è stata più breve del solito, il frantoio chiude nei prossimi giorni,” ci spiega Giovanni. “Rispetto allo scorso anno abbiamo registrato un calo del 30%. Anche qui si nota la differenza tra le olive provenienti da aziende agricole strutturate e quelle portate dai piccoli olivicoltori.” Le rese medie sono state intorno al 16%, con oli di buona qualità. “Oltre alle varietà tradizionali come Frantoio, Leccino e Moraiolo,” conclude, “abbiamo molito anche Leccio del Corno e Favolosa, che hanno dato risultati molto interessanti.”

(Attività svolte nell’ambito del programma approvato ad Assoprol Umbria ai sensi del Csr per L’Umbria 2023-2027 Intervento SRG 10)

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Tags: frantoiani, Frantoio, in evidenza, mosca dell'oliva, olio di oliva, olio extravergine di oliva, raccolta olive

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