“Se mignola d’aprile / vai col barile…”. Il proverbio accompagna le grandi aspettative degli olivicoltori nel sud Italia dove la mignolatura è già in fase avanzata, lasciando immaginare che l’attesa annata di carica possa essere abbondante dopo un paio di campagne di forti criticità.
Dalle tre regioni a maggiore vocazione olivicola – la Puglia, la Calabria e la Sicilia – il coro è unanime: fatti i debiti scongiuri, le premesse sono davvero positive. A confermarcelo su sponda pugliese è l’agronomo Giacomo Carreras, responsabile tecnico di Assoproli Bari. “Presupposti eccellenti nella nostra regione – esordisce – e sono tanto più significativi se si tiene conto che veniamo da due annate difficili. La prospettiva è di una ottima produzione, fatte salve ovviamente le bizzarrie del tempo durante l’impollinazione e la successiva allegagione. Abbiamo anche terreni oggi ricchi di acqua, essendo caduti oltre 120 millimetri nelle scorse settimane. Dunque, le prospettive, e mi riferisco a tutta la Puglia, sono davvero buone”.
Gli fa eco Mario Terrasi, presidente di Oleum Sicilia, la più grande Op dell’isola, nonché fresco presidente del Consorzio di Tutela dell’IGP Sicilia. “Incrociamo le dita – esordisce – ma sembra che tutto stia procedendo per il meglio. La mignolatura è ormai completata, speriamo che a maggio le temperature non si innalzino eccessivamente. Le varietà principali della nostra terra, dalla Nocellara del Belice alla Biancolilla, dalla Cerasuola alla Tonda Iblea, soffrono in fioritura se il termometro supera i 35 gradi, perché il pistillo del fiore si secca e non avviene l’impollinazione. Un problema, questo, registrato negli ultimi anni e che ha inciso anche per il 50% della produzione. Cosa che, abbiamo riscontrato, non si verifica, ad esempio, negli oliveti superintensivi che riescono a resistere anche ai 40 gradi. Anche sotto il profilo dell’approvvigionamento idrico la Sicilia non presenta problemi. Gli invasi sono pieni, i laghi artificiali anche”.
Tra le regioni che hanno sofferto di più nella passata campagna, c’è sicuramente la Calabria. Prospettive fortunatamente ribaltate per la prossima, come conferma l’agronomo Thomas Vatrano: “Allo stato attuale ci troviamo in fase di mignolatura completa nelle zone più pianeggianti, ma ancora i fiori non sono bianchi e pronti a schiudersi. A quote più alte le mignole sono ancora in una fase meno sviluppata, dove il rachide è in fase di distensione e i boccioli fiorali non pienamente evidenti. Le temperature hanno valori che non rientrano nella media della stagione in corso, con fenomeni piovosi e a volte a carattere temporalesco che stanno, chiaramente, influenzando lo sviluppo vegetativo e riproduttivo dell’olivo. Nelle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone dove l’anno scorso siamo stati in OFF (scarica) c’è una grande attesa in virtù dell’ottima abbondanza di fiori, l’abbassamento termico registrato negli scorsi mesi e i copiosi eventi piovosi fanno ben sperare. Ma sappiamo bene che i cambiamenti climatici e la delicatezza della biologia fioraie dell’olivo (non più rustico come si possa pensare) ci portano ad essere cauti e sperare nel meglio”.
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