Come ricordato nell’ultimo bollettino olivicolo, siamo nella fase che va dall’indurimento del nocciolo al secondo accrescimento delle olive, una fase a rischio per l’ovideposizione della mosca. La mosca dell’olivo, Bactrocera oleae, come noto è uno degli insetti più dannosi per l’olivicoltura, capace di compromettere seriamente la qualità e la quantità della produzione di olio e olive da tavola. La sua presenza è una costante preoccupazione e la suscettibilità varietale gioca un ruolo cruciale nella gestione di questo parassita. Non tutte le cultivar di olivo, infatti, reagiscono allo stesso modo all’infestazione. Alcune si dimostrano più tolleranti, mentre altre mostrano una spiccata sensibilità.
Fattori che influenzano la sensibilità varietale

Epoca di maturazione: le varietà a maturazione precoce sono generalmente più suscettibili agli attacchi precoci della mosca, in quanto le drupe raggiungono uno stadio di sviluppo idoneo alla deposizione delle uova prima. Le varietà tardive, pur potendo subire attacchi, potrebbero essere meno colpite nelle prime generazioni del parassita.
Dimensioni: drupe più grandi possono offrire un substrato più ampio per lo sviluppo larvale, ma questo non è sempre un fattore determinante di per sé.
Consistenza della polpa: olive con polpa più tenera e succosa possono essere più facilmente penetrate dall’ovopositore della mosca e offrire un ambiente più favorevole alla crescita larvale.
Spessore dell’epidermide: un’epidermide più sottile può facilitare la penetrazione dell’ovopositore.
Contenuto in olio: alcuni studi suggeriscono che varietà con un elevato contenuto di olio potrebbero essere più attrattive o più idonee allo sviluppo larvale.
Sostanze fitochimiche: la presenza di composti secondari (polifenoli, iridoidi, ecc.) nella drupa può influenzare la repellenza o l’attrattività per la mosca, o la sua capacità di svilupparsi al suo interno. Ad esempio, un alto contenuto di oleuropeina, un polifenolo amaro, è stato associato a una maggiore resistenza.
Morfologia dell’albero e della chioma: chiome più dense e meno areate possono creare un microclima più umido e meno ventilato, favorevole allo sviluppo della mosca.
Andamento climatico: le condizioni climatiche (temperatura e umidità) durante il periodo di sviluppo delle drupe e dell’attività della mosca interagiscono con le caratteristiche varietali, amplificando o mitigando la sensibilità.
Le cultivar più sensibili

Coratina: nonostante sia una varietà molto produttiva e con un olio di alta qualità (ricco di polifenoli), la Coratina è spesso indicata come suscettibile. La sua maturazione precoce in alcune zone e le caratteristiche della sua drupa possono renderla un bersaglio primario per la mosca.
Ogliarola Barese (o Cima di Bitonto): anche questa varietà pugliese, sebbene con un olio delicato e apprezzato, può mostrare una notevole sensibilità alla mosca, soprattutto in annate favorevoli al parassita.
Frantoio: sebbene sia una delle cultivar più diffuse e apprezzate a livello nazionale e internazionale per la qualità del suo olio, il Frantoio può essere suscettibile agli attacchi di Bactrocera oleae, in particolare in determinate condizioni ambientali e di maturazione.
Moraiolo: in alcune aree, anche il Moraiolo, altra varietà di pregio, può subire danni significativi dalla mosca, in funzione delle sue caratteristiche di maturazione e della composizione della drupa.
Leccino: pur essendo considerata da alcuni più tollerante rispetto ad altre, in determinate situazioni e con alte pressioni di infestazione, anche il Leccino può manifestare sensibilità, specialmente per la sua maturazione relativamente precoce.
Carolea: varietà tipica della Calabria, la Carolea può essere colpita dalla mosca, soprattutto in presenza di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo dell’insetto.
Maurino: sebbene abbia un’elevata fertilità, il Maurino può essere vulnerabile agli attacchi della mosca.
È fondamentale sottolineare che la suscettibilità non è un fattore assoluto ma dinamico, influenzato dall’ambiente e dalla gestione agronomica. Un’oliva “sensibile” in un determinato contesto potrebbe essere meno colpita in un altro, magari grazie a pratiche culturali che limitano la proliferazione del parassita (es. potatura che favorisce l’arieggiamento, gestione dell’irrigazione).
Strategie di gestione per le varietà sensibili

Monitoraggio costante: L’installazione di trappole cromotropiche e a feromoni è essenziale per monitorare la popolazione della mosca e determinare il momento migliore per intervenire.
Lotta agronomica: Potature che favoriscono l’arieggiamento della chioma, una corretta gestione dell’irrigazione per evitare eccessi di umidità, e la raccolta precoce delle olive possono ridurre la suscettibilità.
Lotta biologica: L’impiego di antagonisti naturali (es. parassitoidi) può contribuire a contenere le popolazioni della mosca.
Lotta biotecnologica: Tecniche come il “mass trapping” (cattura massale) o lo “spruzzamento di esche proteiche” (attraenti alimentari con insetticida) possono essere efficaci.
Lotta chimica mirata: L’utilizzo di insetticidi, quando strettamente necessario e in conformità con la normativa vigente, dovrebbe essere effettuato in base alle soglie di intervento e preferibilmente con prodotti a basso impatto ambientale e selettivi.
In conclusione, la scelta della cultivar è un elemento cruciale nella pianificazione di un oliveto, e la sua intrinseca sensibilità alla mosca dell’olivo dovrebbe essere attentamente considerata. Tuttavia, anche per le varietà più suscettibili, un’attenta gestione e l’applicazione di un piano di difesa integrato possono mitigare significativamente i danni, garantendo la sostenibilità e la redditività della produzione olivicola.



















