Olio di oliva, analisi economica di un settore in transizione

Prezzi, mercati, consumi, prospettive: una fotografia del comparto oleario con le criticità e le opportunità che si trova ad affrontare nell'immediato futuro
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di Francesca Gambin e Roberta Ruggeri

Tra il 2020 e il 2025, il settore oleario italiano ha vissuto una trasformazione profonda. L’olio extra vergine di oliva, da alimento quotidiano, è diventato un bene selettivo, spinto da fattori climatici, aumento dei costi produttivi e una domanda estera sempre più orientata alla qualità. Il mercato nazionale si è polarizzato: da un lato la grande distribuzione organizzata (GDO) e le fasce economiche, dall’altro i frantoi e i consumatori consapevoli, disposti a pagare di più per la tracciabilità e il legame con il territorio.

Bilancio settembre 2024 – settembre 2025

L’Italia resta strutturalmente non autosufficiente, con importazioni che superano la produzione nazionale.

L’export, però, ha toccato un valore record di 3,08 miliardi di euro, confermando la forza del Made in Italy nei mercati internazionali.

Produzione interna: 248.000 tonnellate;
Importazioni: 446.000 tonnellate;

Totale disponibile: 694.000 tonnellate;

Esportazioni: 344.000 tonnellate;
Consumo interno: ~350.000 tonnellate;

Quotazioni tra oscillazioni e stabilizzazione

olio-oliva
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Il mercato ha attraversato una fase di oscillazione nel 2024, seguita da una stabilizzazione nel 2025. La tenuta dei prezzi, nonostante il calo dei consumi, riflette una domanda estera solida e una percezione crescente di valore.

Fasi di mercato

Gennaio–Febbraio 2024: picco massimo a €10,00/kg

Primavera 2024: discesa graduale fino a €9,41/kg

Autunno 2024: minimo a €8,18/kg (22 novembre)

Fine 2024: ripresa fino a €9,47/kg

Gennaio–Agosto 2025: stabilità tra € 9,50 e € 9,84/kg, con lieve flessione ad agosto

Medie di riferimento

Media gennaio–agosto 2025: € 9,47/kg

Prezzo medio agosto 2025: € 9,65/kg

Polarizzazione dei comportamenti d’acquisto

Il 45% degli acquisti in GDO si concentra nella fascia € 6–8/litro

Nei frantoi e canali diretti, il 70% degli acquisti supera i € 10/litro

L’olio vergine è scelto in formati da 5 litri, soprattutto da ristoratori e famiglie numerose

L’olio di sansa cresce come alternativa economica e versatile, anche nei mercati esteri

Evoluzione dei consumi (2020 → 2025)

Categoria

2020 (kt = 1.000 tonnellate)

2025 (kt)

Crescita %

Olio Extravergine

105

112

6,67%

Olio Vergine

22

26

18,18%

Olio di Oliva Raffinato

35

40

14,29%

Olio di Sansa

28

36

28,57%

Oli di Semi (totale)

65

74

13,85%

L’olio di sansa è il protagonista in termini di crescita. L’olio vergine si afferma come fascia intermedia tra qualità e accessibilità. L’olio extra vergine di oliva, pur restando il più consumato, rallenta la crescita: è sempre più percepito come bene selettivo.

Competizione internazionale e posizionamento italiano

La Spagna domina per volumi e costi, con una filiera più industrializzata. L’Italia punta su qualità, tracciabilità e DOP/IGP, con margini di crescita nei mercati premium. L’olio di sansa italiano è strategico nei mercati emergenti, dove l’EVO non è ancora familiare.

Prospettive per l’ultimo trimestre del 2025 – campagna 2025/2026

Con l’avvicinarsi della raccolta, soprattutto in Sicilia e Puglia, il mercato si prepara a una nuova fase.

Le previsioni restano incerte, ma si delineano alcune tendenze:

Segmento

Prezzo atteso (€ / kg)

EVO standard

9,50–10,00

DOP/IGP

12,00–18,00

Estero

Stabile, con margini di crescita

Estero stabile, con margini di crescita

La nuova campagna sarà influenzata da:
Condizioni climatiche autunnali
Rese olivicole regionali
Dinamiche internazionali (scorte spagnole, domanda USA)

Nel 2025, il comparto olivicolo italiano ha ricevuto un impulso strategico con l’adozione del nuovo Piano Olivicolo-Oleario Nazionale, formalizzato dal Decreto Ministeriale n. 182303 del 4 aprile 2025. Il piano, promosso dal MASAF, ha istituito un Tavolo tecnico di filiera per il triennio 2024–2027.

Le direttrici operative:

Frantoi: incentivi per ammodernamento tecnologico, digitalizzazione e riduzione degli sprechi;
Filiere DOP/IGP: promozione estera, tutela della tracciabilità, contrasto alla contraffazione;
Formazione: percorsi tecnici e incentivi per giovani agricoltori;
Sostenibilità: fondi per olivicoltura biologica, difesa fitosanitaria e gestione del suolo

Criticità operative

La norma sulle “sei ore” dalla consegna alla lavorazione ha sollevato criticità operative, soprattutto nei piccoli frantoi. Pur non influendo direttamente sulle dinamiche di prezzo, evidenzia la necessità di un equilibrio tra qualità e sostenibilità logistica.

Conclusione

Settembre 2025 segna un momento di attesa e transizione per il comparto oleario. Dopo un anno di stabilizzazione dei prezzi e polarizzazione dei consumi, il settore guarda alla nuova campagna con cautela e speranza. La sfida sarà quella di mantenere la leadership qualitativa, contenere gli effetti inflattivi e rafforzare il legame tra territorio e prodotto, in un contesto globale sempre più competitivo.

 

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Tags: in evidenza, olio di oliva, olio extravergine oliva

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