Sospendere le quote in franchigia doganale per l’olio di oliva della Tunisia che entrano nell’Unione europea
Tuttavia, l’associazione, come riportato da Olimerca.com sottolinea un’anomalia evidente, anche questa valida anche per l’Italia: “Se la Spagna è il principale o il secondo acquirente di olio d’oliva tunisino, perché questo prodotto non compare praticamente su nessuna etichetta?”, chiedendosi dove si trovi questo olio e come venga commercializzato.
In particolare viene sottolineato che l’olio tunisino entra in grandi volumi, “ma non è identificato sugli scaffali o nei prodotti finali, il che indica che potrebbe essere mescolato, rietichettato o triangolato senza che il consumatore sia a conoscenza della vera origine del prodotto che sta acquistando”.
Un buco nero nella tracciabilità europea
Secondo Francisco Elvira, responsabile del settore olivicolo di Coag, l’esistenza di un “olio fantasma” immesso sul mercato in esenzione da dazi doganali e senza controlli equivalenti rappresenta un rischio economico e reputazionale per l’olio d’oliva spagnolo ed europeo. Pertanto, l’organizzazione avverte che questa situazione abbassa artificialmente i prezzi sul mercato interno, facilita operazioni speculative e danneggia gravemente migliaia di agricoltori che rispettano le normative. “La tracciabilità non può avere doppi standard. Deve essere valida per tutti, altrimenti cessa di essere un sistema credibile”, ha affermato l’esponente dell’associazione.Azioni immediate
In un contesto di così tanta incertezza, l’organizzazione agricola ha chiesto sia all’UE che al governo spagnolo una serie di azioni: -
sospendere la quota preferenziale per l’olio tunisino finché non sarà garantita una tracciabilità equivalente a quella richiesta nell’UE;
- sospendere il perfezionamento attivo e i depositi doganali, che consentono l’introduzione di olio extra-UE per la successiva esportazione come prodotto europeo trasformato;
- eseguire controlli approfonditi sulla tracciabilità di tutto l’olio d’oliva importato;
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aprire un’indagine da parte della Commissione per la concorrenza e i consumatori sulle possibili pratiche che distorcono il mercato o ingannano i consumatori.



















