Tra le polemiche che si susseguono sia in Italia che in Spagna su oliveti da abbattere per far spazio a impianti fotovoltaici o pannelli solari, c’è un esempio, nelle Marche, che merita di essere preso a modello… anche grazie a OlivoNews.
Accade a Jesi (An) dove la Fondazione Don Gnocchi ha acquistato un ampio terreno per realizzare un centro di riabilitazione pediatrico per bambini con disabilità. Un terreno, ceduto dal Comune, dove insistevano, su circa due ettari, oltre 270 piante di olivo- una ventina delle quali secolari – le altre dai 20 ai 30 anni di età, di diverse varietà.
Di fronte all’utilità di un centro di tali caratteristiche, ma al tempo stesso alla volontà di salvare l’oliveto che diversamente sarebbe stato sradicato con tanto di autorizzazioni essendo un’area non più a vocazione agricola, il Comune di Jesi si è trovato di fronte ad un bivio. Non essendoci esperienze da cui attingere, ha interpellato direttamente il direttore di OlivoNews Francesco Cherubini per chiedere il suo supporto nel trovare una soluzione possibile.
“Sono alberi che da tempo immemore caratterizzano quel luogo – ha ricordato l’assessore ai lavori pubblici Valeria Melappioni – fornendo valore, non solo eco-sistemico. Pur non essendoci vincoli normativi in tal senso, abbiamo sentito l’importanza di trovare un equilibrio tra le esigenze di dare seguito alla destinazione urbanistica dell’area e il rispetto per il tessuto vivente della nostra città”.
Un rapido giro di contatti ed ecco individuata un’azienda agricola, a servizio di un frantoio del territorio, che si è mostrata interessata a quegli oliveti. OlivoNews ha riunito pertanto Fondazione Don Gnocchi, Comune e azienda agricola attorno ad un tavolo, definendo un accordo attraverso il quale la Fondazione ha ceduto gli olivi senza alcun onere e l’azienda agricola, dal canto uso, si è impegnata ad espiantarli e ripiantarli in terreni di sua proprietà, mentre il Comune ha garantito l’impegno a rapportarsi con la Regione per tutti gli aspetti amministrativi.
Una operazione certamente non semplice, ma condotta con grande rigore e professionalità, tenuto conto anche di una importante potatura di riforma resa necessaria dallo stato di abbandono in cui erano ormai tenuti gli olivi. Ad uno ad uno gli alberi sono stati espiantati e ripiantati gran parte in un’area vicina di proprietà dell’azienda agricola, i restanti in un altro terreno nelle sue disponibilità posto in un Comune della vallata. Tutti reimpianti perfettamente riusciti, per una produzione di olive che andrà ad alimentare il frantoio L’Olinda di San Marcello specializzato nella produzione biologica di olio extravergine di oliva.
“In passato, per circa un decennio ci eravamo presi cura di quell’oliveto – ha ricordato Luca Sabbatini Rossetti, titolare sia dell’azienda agricola che del frantoio L’Olinda – e quando siamo stati coinvolti per chiederci la disponibilità a confrontarci con Comune e proprietà per trovare una soluzione condivisa, abbiamo mostrato subito interesse. Sicuramente decidere di spostare a proprie spese un numero così importante di piante adulte rappresenta un onere economicamente significativo, ma d’altro canto quello che ci permette di andare avanti nel nostro lavoro affrontando spesso sfide e difficoltà che la natura stessa ci mette davanti, è principalmente la passione e l’amore per quello che facciamo e per le piante di cui quotidianamente ci prendiamo cura. Questo ha fatto si che la strada da intraprendere potesse essere solo una”.