La prudenza è d’obbligo, ma i primi risultati sono assolutamente incoraggianti per immaginare che una quinta varietà olivicola possa essere annoverata tra quelle resistenti a Xylella. E, pur con tempi non immediati, sono prospettive di grandissimo interesse.

Perché l’incrocio messo a punto nel campo sperimentale del Salento dall’imprenditore e agronomo Giovanni Melcarne insieme ai ricercatori del CNR nell’ambito dei progetti di miglioramento genetico dell’olivo coordinati e supervisionati dalla dottoressa Maria Saponari, dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr (“Reach-XF” e “Omibreed”), coinvolge direttamente la Coratina, principale cultivar non solo pugliese, ma italiana. Proprio il polline della Coratina, inserito nel fiore del Leccino, ha infatti prodotto quello che potrebbe essere considerato “l’incrocio perfetto”.
Una su 200 ce la fa
Per comprendere la straordinarietà di questo risultato, va detto che tra le oltre 200 progenie create tra Leccino e Coratina, una – e una sola – al momento appare quella capace di centrare l’obiettivo del progetto. “Ad un anno dall’inoculazione del batterio – spiega Melcarne – la pianta risulta fortemente resistente a Xylella. Sono certamente dati preliminari che necessitano di essere confermati con ulteriori ripetizioni e consolidati nel tempo, ma c’è più di un semplice cauto ottimismo rispetto all’esito finale”.
Qualora così fosse, questo incrocio si aggiungerebbe alle quattro cultivar finora autorizzate e inserite ovviamente anche nel disciplinare della Dop Terre d’Otranto (di cui lo stesso Melcarne è presidente del Consorzio di Tutela), vale a dire Leccino, Favolosa o Fs17, Lecciana e Leccio del Corno.
Oltre alla resistenza, c’è di più

Questo incrocio attenzionato è al quarto anno di vita, il primo in cui ha prodotto olive. “La micromolitura – continua l’imprenditore salentino – ha dato un olio che per gusto e quantità di polifenoli è perfettamente sovrapponibile alla Coratina. L’olio sarà sottoposto alla valutazione di un panel qualificato per verificarne le caratteristiche sensoriali, mentre sotto il profilo chimico possiamo già dire che i composti fenolici presenti si attestano sugli 800 mg/Kg. Con l’aggiunta di un altro dettaglio, particolarmente d’attualità di questi tempi: anche gli steroli totali, grazie alla componente del Leccino, superano quella fatidica quota 1000 che la Coratina, da sola, non riesce a raggiungere”.
Caratteristiche ideali
L’incrocio Coratina-Leccino si presenta di media vigoria, potenzialmente ideale per qualsiasi tipologia di impianto: tradizionale (6×7), intensivo (6×5), ad alta densità (4×1,5), con entrata precoce in produzione. L’olio che ne deriva ha caratteristiche chimico-organolettiche che lo pongono su un elevato standard qualitativo. “Se le premesse di oggi troveranno conferma – chiosa Melcarne – questo incrocio, che sarà propagato con talee, potrebbe rappresentare una svolta e non solo per l’olivicoltura pugliese”.
Dai semenzali agli incroci
Nel campo sperimentale (con annessa cella climatica) realizzato a Gagliano del Capo (LE) nei terreni di Giovanni Melcarne messi a disposizione del progetto, l’attività di ricerca spazia su più incroci. “Abbiamo iniziato nel 2016 a selezionare semenzali spontanei – ricorda Melcarne – e dal 2019 si è intrapreso anche un piano di miglioramento genetico che finora ha prodotto oltre 3000 incroci sottoposti a valutazione. Quello tra Coratina e Leccino non è il solo che sta dando promettenti risultati, ne abbiamo altri che offrono interessanti prospettive sia per la produzione di olio che per le olive da mensa. La ricerca, grazie alle professionalità dei ricercatori del Cnr, sono certo saprà offrire presto altre importanti novità per l’olivicoltura italiana”.



















