Praticamente dimezzata la produzione olearia spagnola. Il Ministero dell’Agricoltura del paese iberico ha rivisto al ribasso le stime per la campagna 2022, indicando una produzione di olio di oliva a 768.894 tonnellate, pari al 48,4% in meno rispetto allo scorso anno. Il cuore olivicolo spagnolo, vale a dire l’Andalusia, tocca un -49% con 586.380 tonnellate, con la provincia di Jaén, vale a dire quella maggiormente produttiva ad ottenere il risultato peggiore (-59,9%), con 200 mila tonnellate stimate. Male anche le province di Cordoba (-47% con 158 mila tonnellate) e Granada (ferma a 70 mila, con un -40,9%), meno peggio quelle di Siviglia (90 mila tonnellate con un -35,1%) e Malaga (40 mila tonnellate con un -30,2%). Nel resto del Paese pagano dazio per siccità ed ondate di calore anche le regioni di Castilla-La Mancha (74.022 t. per un calo del 41,3%), Estremadura, con 55.000 tonnellate (-53%), Catalogna, con 21.325 t (-41%) e Comunità Valenciana, con 9.222 tonnellate (-57,5%).
La Spagna si conferma comunque leader mondiale nella produzione olearia, seguita quest’anno dalla Grecia, l’unico paese a forte vocazione olivicola che ha registrato una tendenza assolutamente positiva, arrivando, secondo le ultime stime, a 300 mila tonnellate.
E l’Italia? Aspettando gli ultimi dati ufficiali, appare probabile che non si andrà oltre le 200 mila tonnellate, esattamente quanto la sola provincia di Jaén martoriata dalla siccità.
Peggiorano ancora le stime della produzione spagnola
Un crollo del 49%, non si supererà le 770 mila tonnellate di olio
Mercato alimentare nel mondo
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