Piero Paglialunga, una vita dedicata al racconto, alla curiosità e alla cultura

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di

di Albino Pezzini
Presidente AIPO

Si è spento oggi, all’età di 82 anni, Piero Paglialunga, personalità che ha lasciato un’impronta profonda nel panorama del giornalismo italiano. Con sguardo acuto e spirito brillante, ha raccontato per oltre mezzo secolo i mutamenti della società, la ricchezza dei territori e le mille sfumature del vivere quotidiano. La sua penna, limpida e rigorosa, ha saputo unire precisione analitica e sensibilità narrativa, regalando articoli di grande valore umano e intellettuale.

Piero Paglialunga

Fin da giovanissimo, Piero ha mostrato una straordinaria curiosità e un’innata passione per l’osservazione del reale. Dopo gli studi, ha intrapreso la strada del giornalismo, passando dalle prime esperienze redazionali all’approdo nella prestigiosa testata Il Gazzettino.

È qui che ha affinato il suo stile inconfondibile, sempre attento ai dettagli e aperto all’ascolto del mondo. Piero non è stato solo un giornalista, è stato pure un raffinato interprete della cultura gastronomica italiana. Con passo curioso e occhio attento, ha percorso l’Italia visitando macellerie, osterie, mercati e gastronomie, riscoprendo sapori, storie e tradizioni culinarie spesso dimenticate. Era un esploratore del gusto, capace di restituire, con parole precise e appassionate, la dignità e la bellezza del cibo autentico.

Negli anni Ottanta ha messo la sua esperienza al servizio di Veronafiere, dove ha diretto la comunicazione e contribuito con grande competenza alla progettazione di eventi fieristici e alla nascita di centri espositivi permanenti.
Per oltre venticinque anni, è stato un punto di riferimento nella promozione delle fiere di settore, coniugando visione strategica e profondo rispetto per le eccellenze produttive italiane.

Anche dopo il pensionamento, Piero non ha mai smesso di scrivere, studiare, osservare. Ha continuato a collaborare con riviste specializzate e con l’AIPO – Associazione Interregionale Produttori Olivicoli – contribuendo con lucidità e passione al dibattito sull’agroeconomia, sulla cultura alimentare e sulle politiche agricole. I suoi articoli, ricchi di spunti e riflessioni, sapevano collegare i fatti alla storia, le analisi ai valori.

Oggi lo ricordiamo come un uomo colto, generoso, curioso, un maestro del racconto, un custode delle tradizioni e al tempo stesso un promotore dell’innovazione consapevole. La sua eredità vive nelle sue parole e nella sua visione: quella di un giornalismo fatto con serietà, amore per il dettaglio e desiderio profondo di capire e far capire.

Grazie, Piero, per averci insegnato a guardare il mondo con occhi più attenti e parole più giuste.

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