Surplus di olio dalla Tunisia: più che per i prezzi, timori per le frodi

Chiesti scrupolosi controlli contro possibili truffe per far passare come "italiano" olio del paese nordafricano. Italia Olivicola denuncia: "Avvertiamo i primi segnali". Ecco quali!
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Il surplus di olio di oliva atteso in Tunisia – si parla di quasi mezzo milione di tonnellate, livello record – se unito ai fattori di debolezza economica del paese nordafricano, potrebbe rappresentare una pericolosa miscela per favorire frodi in un settore che purtroppo, malgrado gli scrupolosi controlli, è soggetto ad episodi di cronaca.

Una preoccupazione fatta propria dal presidente di Italia Olivicola e vicepresidente di Cia Agricoltori Italiani, Gennaro Sicolo, e rappresentate in una lettera al sottosegretario all’Agrcoltura Patrizio La Pietra, sollecitando che gli organismi deputati stiano in guardia contro il rischio di vedere spacciato per “italiano” olio che di italiano non ha nulla.

Gennaro Sicolo

“Si tratta di un pericolo concreto di cui avvertiamo i primi segnali” avverte Sicolo, chiedendo mano ferma contro chi cerca di avviare speculazioni e frodi, anche attraverso triangolazioni di olio

Italia Olivicola, in particolare, denuncia movimenti di mercato in controtendenza in alcune borse merci, con quotazioni in calo, mentre il trend è stabile o addirittura in ascesa a Bari e soprattutto in Sicilia, dove il prezzo dell’olio extravergine di oliva è salito del 10% in una settimana sia a Palermo sia a Trapani, con il record dell’olio Dop Monti Iblei a 14,85 euro/kg secondo Ismea Mercati.

“Al 30 settembre siamo nuovamente arrivati con l’olio italiano a giacenza zero negli oleifici nazionali – spiega Sicolo – in un’annata in cui le quotazioni erano doppie rispetto a quelle degli oli spagnoli e greci. L’extravergine italiano mantiene posizionamento e mercato, ma bisogna proteggerlo e difenderlo da chi pensa a facili guadagni importando olio dall’estero a basso costo, spacciandolo poi per italiano, e pensando così a frodare produttori e consumatori. Occorre un coordinamento dei controlli più stretto non solo a livello europeo ma mediterraneo”.

Gli scambi tra i vicini olivicoli non vanno fermati, ma anzi incoraggiati, per arrivare a un mercato trasparente e onesto.

“Non chiediamo di chiudere le frontiere, ma di rafforzare i controlli e insieme di aprire le menti – conclude Sicolo –. L’esperienza al Comitato consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale è per me molto preziosa. Un dialogo che ci ha permesso anche di rafforzare la posizione italiana sul tema del limite degli steroli sull’olio di Coratina. Ascoltarsi per capirsi e venirsi incontro. Gli amici tunisini vanno aiutati a crescere, a valorizzare il proprio prodotto, a creare valore aggiunto per la propria economia e il proprio benessere. Mi auguro che l’Italia voglia tendere loro una mano di amicizia e solidarietà in questo momento difficile”.

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