Un nuovo passo verso la valorizzazione del patrimonio olivicolo italiano: dal Veneto arriva una proposta di legge nazionale volta al riconoscimento della figura dell’olivicoltore non coltivatore diretto o imprenditore agricolo custode del patrimonio olivicolo.
L’iniziativa – promossa dai consiglieri regionali Bozza, Venturini e Boron – punta a dare dignità e supporto a tutti quei soggetti che, pur non essendo agricoltori a titolo principale, svolgono un ruolo cruciale nella conservazione degli oliveti, contrastando il loro abbandono e contribuendo alla tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Un settore strategico tra eccellenza e difficoltà
L’olivicoltura italiana rappresenta un asset fondamentale dal punto di vista economico, culturale e ambientale. Con oltre 1,1 milioni di ettari coltivati e più di 600 mila imprese coinvolte, il settore è un pilastro dell’agroalimentare nazionale. Tuttavia, i dati recenti mostrano un trend preoccupante: negli ultimi tre anni il numero di aziende olivicole è calato di oltre 26 mila unità, mentre la superficie olivicola ha perso circa 5.750 ettari.
Questo declino è legato a molteplici fattori, tra cui il basso ricambio generazionale, le difficoltà economiche e l’aumento delle problematiche fitosanitarie e climatiche.
L’Italia continua a distinguersi per la qualità dell’olio extra vergine di oliva, ma la frammentazione della produzione e l’abbandono degli oliveti marginali rischiano di compromettere la competitività del settore.
In questo contesto, la proposta di legge intende colmare una lacuna normativa, riconoscendo il ruolo di chi mantiene e cura gli oliveti senza essere un imprenditore agricolo professionale.
Chi sono gli olivicoltori non coltivatori diretti
Si tratta di proprietari o conduttori di oliveti che gestiscono questi terreni per passione, tradizione familiare o sensibilità ambientale, senza rientrare nelle categorie giuridiche ora riconosciute.
Questo segmento di olivicoltori contribuisce alla tutela del paesaggio e alla difesa della biodiversità, evitando l’abbandono degli oliveti e i conseguenti rischi idrogeologici, oltre a preservare una risorsa preziosa per il turismo rurale e l’oleoturismo.
La proposta di legge mira a fornire strumenti di supporto a questi soggetti, incoraggiando la gestione sostenibile degli oliveti e il recupero di quelli abbandonati.
Tra le misure previste, potrebbero esserci agevolazioni fiscali, incentivi per la manutenzione e la valorizzazione degli oliveti, nonché l’accesso a bandi pubblici dedicati alla conservazione del patrimonio olivicolo.
Un riconoscimento per il futuro dell’olivicoltura
L’introduzione di questa nuova figura giuridica potrebbe rappresentare un punto di svolta per il settore. Il riconoscimento degli olivicoltori non coltivatori diretti consentirebbe di inquadrare e sostenere una categoria finora trascurata, rafforzando il legame tra territorio, tradizione e innovazione.
La proposta di legge, se accolta a livello nazionale, potrebbe contribuire in modo significativo alla sostenibilità e alla resilienza dell’olivicoltura italiana, garantendo che un patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale d’inestimabile valore non sia disperso. Il dibattito è aperto, e il Veneto si conferma ancora una volta una regione all’avanguardia nella tutela del settore olivicolo.
Resta da vedere come il Parlamento nazionale accoglierà questa iniziativa e quali misure concrete saranno adottate per dare seguito a questa visione lungimirante.