Nei primi 4 mesi della nuova campagna l’industria olearia italiana ha acquistato dalla Spagna quasi 90 mila tonnellate di olio di oliva, pagate complessivamente oltre 536 milioni di euro. Il prezzo medio a tonnellata è stato di 5.412 euro, il 30,5% in meno di quanto speso nella precedente campagna.
L’Italia è saldamente il primo acquirente di olio spagnolo, quest’anno in crescita di volumi del 48%, dovuto da un lato alla scarsa produzione italiana e dall’altro al ritorno della Spagna ai livelli record produttivi (oltre 1,4 milioni di tonnellate) e soprattutto ad un prezzo che, solo per l’extravergine, è praticamente la metà di quello italiano.
I dati sono stati diffusi dal Ministero dell’agricoltura spagnolo che ha evidenziato come le esportazioni di olio di oliva nel mondo siano aumentate del 15% tra ottobre e gennaio, raggiungendo le 273.173 tonnellate, mentre in valore sono diminuite del 3,2%, attestandosi a 1,717 miliardi di euro.
Stati Uniti, Francia e Portogallo sono i paesi che seguono l’Italia come frontiere dell’olio spagnolo per un controvalore che, tutte insieme, arrivano a quello del nostro paese.
Incrementi nelle esportazioni spagnole si sono registrati verso i paesi asiatici e l’Oceania, dopo il calo del volume delle esportazioni della scorsa stagione: Cina (+17%, fino a 3.564 t), Corea del Sud (+125%, fino a 5.071 t) e Australia (+68%, fino a 5.886 t). Si registrano invece cali di volume verso Russia (-40%, a 745 t), Brasile (-63%, a 2,29 t), Regno Unito (-18%, a 12.439 t) e Giappone (-15%, a 3.808 t).
Nei primi quattro mesi della campagna 2024/25 l’olio di oliva spagnolo è stato esportato in un totale di 136 Paesi.