La bella fioritura che lasciava nutrire positive speranze per la prossima campagna è ormai un ricordo in diverse zone d’Italia, complice ondate di caldo che stanno pregiudicato fecondazione e allegagione. Riccardo Gucci, docente di Coltivazioni arboree all’Università di Pisa (nella foto), esprime la preoccupazione di tanti olivicoltori per una situazione che rischia di minare la produttività.
“In diverse zone durante la fioritura – spiega Gucci – le temperature sono state molto elevate, ben superiori a quelle critiche per i processi di fecondazione e impollinazione. Bisognerà aspettare ancora una decina di giorni per verificare gli effetti di questa precoce ondata di caldo sull’allegagione, ma ci sono tutti i presupposti per delle conseguenze serie. In alcune aree le temperature sono state così elevate che non è da escludere che si formino dei frutticini partenocarpici, cioè senza fecondazione, la cui utilità è nulla dato che rimangono di pochi millimetri di diametro fino alla raccolta e non maturano mai”.
È ovviamente presto per dare dati definitivi, ma la situazione non è certo delle migliori. È pur vero che olivi adulti resistono bene anche per periodi lunghi con temperature sopra i 40° ed, infatti, troviamo questa pianta presente e coltivata anche in zone desertiche o quasi.
“Ma se la sopravvivenza non è a rischio – aggiunge Gucci – diverso è, invece, il discorso per la produttività, che risente negativamente delle alte temperature soprattutto se la disponibilità idrica nel suolo è scarsa. In tali casi, laddove possibile, l’irrigazione anche solo di soccorso è largamente consigliata. Sofferenza idrica e temperature oltre i 30 gradi sono infatti deleterie per l’allegagione, soprattutto se si verificano in concomitanza con venti forti. Le alte temperature determinano danni ai frutticini nelle prime settimane di sviluppo, quando sono più delicati. Infatti, non è raro che a causa di mancanza di acqua la traspirazione dei frutticini sia drasticamente ridotta e questo determina un innalzamento della temperatura con conseguente necrosi dei tessuti”.
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