Parte il rilancio dell’olio extravergine di oliva DOP Terra d’Otranto, con l’approvazione del nuovo disciplinare che si basa su tre pilastri sostanziali – garanzia dell’origine, altissima qualità dell’olio e libertà d’impresa – per ridare slancio all’EVO prodotto anche con le nuove coltivar resistenti alla Xylella fastidiosa.

L’annuncio ufficiale alla Camera di Commercio di Lecce, a conclusione di un lungo e certosino lavoro portato avanti dal presidente del Consorzio Giovanni Melcarne, che – si legge in una nota di Coldiretti Puglia – “è stato fortemente sostenuto, in considerazione della lungimiranza e della qualità del percorso di rinnovamento, da Coldiretti e Unaprol, Consorzio Olivicolo Italiano”.
Particolarmente importanti le novità contenute nel Decreto ministeriale che riguardano le cultivar con le quali può essere prodotto l’olio con la denominazione protetta ‘Terra d’Otranto’. Il prodotto dovrà contenere per il 60%, oltre alle cultivar tradizionali Cellina di Nardò e Ogliarola, anche le nuove cultivar resistenti/tolleranti alla Xylella, Leccino, FS17, Lecciana e Leccio del Corno. La zona di produzione degli oliveti ricade nell’intera provincia di Lecce e in parte delle province di Brindisi e Taranto, senza limiti di densità di impianto, all’insegna dalla libertà d’impresa da salvaguardare.

Il nuovo disciplinare contiene, poi, una semplificazione di tutte le norme da seguire nella presentazione e nelle caratteristiche chimico fisiche ed organolettiche del prodotto DOP. Un risultato degno di risalto che arricchisce ulteriormente l’olivicoltura pugliese, presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP, 1 IGP Olio di Puglia. “L’olivicoltura pugliese è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia – conclude Coldiretti Puglia – con 60 milioni di olivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva”.



















