
All’interno dell’oliveto erano presenti tre cultivar: Carolea, Nocellara messinese e Coratina. Poiché l’appezzamento era delimitato a est da un bosco a macchia mediterranea e a ovest da una siepe a rovo limitrofa ad una strada provinciale, è stato valutato anche il possibile effetto “rifugio” dei due differenti ambienti nei confronti del tripide.
I dati del monitoraggio dei primi tre anni sono stati ottenuti prelevando un campione casuale di 20 drupe/pianta per diverse ripetizioni di ogni varietà, con cadenza mensile in funzione del ciclo biologico dell’insetto.
Dall’analisi statistica dei dati sottoposti ad ANOVA (analisi della varianza) è emerso che nel 2019 e nel 2021 la cultivar Nocellara messinese ha mostrato una maggiore tolleranza agli attacchi del tripide mentre la cultivar Carolea è risultata la più suscettibile. Non è stato riscontrato nessun effetto statisticamente significativo dell’ambiente, nonostante sia stata rilevata una minore percentuale di attacchi nella parte centrale dell’oliveto rispetto ai margini confinanti con bosco e strada.
I risultati di questa indagine, hanno evidenziato i ricercatori, potranno fornire utili informazioni nella selezione di varietà di olivo tolleranti al tripide per la costituzione di nuovi impianti olivicoli.
BIBLIOGRAFIA: Pierluigi Rizzo, Chiara Spadaro, Annamaria Ienco, Massimiliano Pellegrino, Veronica Vizzarri (CREA – Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, Rende). V Convegno Nazionale dell’Olivo e dell’Olio