Siamo nel pieno della campagna olivicola 2025 e l’Umbria, cuore verde d’Italia, vive settimane intense tra raccolta e frangitura. Dopo un’estate difficile, segnata da importanti attacchi di mosca olearia, la stagione si è rivelata complessa, ma anche ricca di insegnamenti per gli olivicoltori. Abbiamo fatto il punto con Daniele Converso, tecnico e agronomo di Assoprol Umbria per capire come stanno andando le cose in campo e in frantoio.

Olive sane o attaccate dalla mosca? Come sta andando quantità e qualità della produzione?
«Veniamo da un’estate molto complessa. Le condizioni agro-climatiche hanno favorito gli attacchi di patogeni come mosca delle olive e lebbra, soprattutto nelle zone più umide. In generale, la produzione è in calo rispetto allo scorso anno, ma chi ha monitorato costantemente e messo in atto una difesa fitosanitaria attenta e tempestiva è riuscito a portare in frantoio olive sane.
Sia nelle aziende a conduzione integrata che in quelle biologiche, la chiave è stata intervenire in tempo con strategie preventive – schermanti e adulticidi – e curative con prodotti ovo-larvicidi. Dove invece si è atteso troppo o si è sottovalutato il problema, si sono verificati casi di cascola verde e frutti gravemente danneggiati. Quest’anno, credo, molti produttori abbiano compreso davvero quanto la difesa fitosanitaria sia fondamentale per la qualità dell’olio.»
Maturazioni precoci: come si è comportata la campagna rispetto agli anni passati?
«Quest’anno abbiamo assistito a una maturazione anticipata delle olive. Già dai primi di ottobre, cultivar come Leccino e Frantoio erano pronte per la raccolta, seguite subito dopo dal Moraiolo. Rispetto al 2024, l’invaiatura è stata più precoce, costringendo molti produttori a organizzarsi prima con la raccolta e la molitura per evitare perdite qualitative. La tempestività è stata decisiva per mantenere freschezza e integrità delle drupe.»
Resa e qualità dell’olio: cosa possiamo dire?
«Le rese quest’anno son superiori rispetto al 2024, con rese medie del 15% con punte che in alcuni casi hanno superato i 20 punti percentuali. Sul piano qualitativo, soprattutto gli oli bio e Dop Umbria, sono mediamente di buon livello. In particolare, gli oli ad inizio campagna, si presentano con profili sensoriali equilibrati: fruttati più moderati, ma con note di amaro e piccante ben presenti. Si percepisce una maggiore armonia, pur in una campagna complicata.»
E sull’importanza del filtraggio per la qualità degli oli DOP e BIO?
«Il filtraggio, in particolare con una situazione complessa come in questa stagione, è un passaggio cruciale e spesso sottovalutato. Gli oli appena moliti, se non filtrati, possono sviluppare fermentazioni che portano difetti come la morchia, con conseguente declassamento del prodotto. Gli oli filtrati invece sono più stabili e duraturi, con una migliore conservazione delle caratteristiche sensoriali. Per le produzioni DOP e BIO, dove la tracciabilità e la purezza sono valori fondamentali, filtrare significa garantire qualità e sicurezza al consumatore.»
Analisi chimico-fisiche, multiresiduali e organolettiche: perché sono indispensabili?
«Quest’anno più che mai, le analisi rappresentano uno strumento di tutela. Le chimico-fisiche permettono di valutare i parametri che definiscono l’extravergine – acidità, perossidi e costanti – mentre le analisi organolettiche assicurano che il prodotto sia privo di difetti e mantenga il giusto equilibrio tra fruttato, amaro e piccante. Per il biologico, le analisi multiresiduali sono fondamentali per escludere la presenza di residui indesiderati. Solo attraverso questi controlli possiamo garantire oli di alta qualità, coerenti con i disciplinari e con le aspettative del mercato.»



















