Carenze nutrizionali sugli olivi: sintomi e possibili rimedi

Fenomeni frequenti nelle annate con scarse precipitazioni
AIPO
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Sono state segnalate carenze nutrizionali su olivi: fenomeni frequenti, specialmente in annate con limitate precipitazioni, dove non basta una semplice concimazione, ma occorre intervenire valutando le reali disponibilità dei terreni.
Nelle immagini che mostriamo si notano foglie di olivo mature, con ingiallimenti degli apici fogliari, a cui segue una necrosi simile a una bruscatura, mentre il rimanente della foglia rimane verde per lungo tempo.
Pure gli apici vegetativi mostrano la presenza di ingiallimenti e disseccamenti, che potrebbero trovare cause in un insufficiente irrobustimento dei tessuti durante la scorsa stagione estivo/autunnale e da una successiva azione del freddo. Con molta probabilità si è in presenza di carenze di fosforo (P) e potassio (K), non per forza dovute a carenze nel terreno, ma probabilmente per la siccità che ha limitato l’assorbimento.
La prima perdita di attività fotosintetica potrebbe risalire all’autunno scorso, prima dell’entrate delle piante in riposo vegetativo. Sintomi questi che potrebbero dipendere non dalla carenza di elementi nutritivi, ma dall’incapacità della pianta nell’assorbirli per gli stress idrici subiti, che riducono l’assorbimento pur in presenza di adeguate concentrazioni degli elementi nel terreno.
Per questo, nei lunghi periodi di siccità, la concimazione al suolo è poco efficace; in più, quando si hanno suoli compatti e argillosi, si hanno minori presenze di ossigeno nel terreno e, questo, riduce ulteriormente l’assorbimento di nutrienti da parte dei peli radicali.
Esistono, infatti, due tipi di carenze:
–  una dovuta ad una insufficienza presenza nel terreno di macro o micro elementi, conseguenza, questa, della sua natura, che si migliora apportando al terreno fertilizzanti (la concimazione minerale, infatti, reintegra i singoli elementi e sul mercato vi è un’ampia gamma di concimi disponibili);
– una seconda dovuta a una temporanea indisponibilità dell’elemento, che si manifesta in caso di siccità, o pH del terreno che limita la disponibilità, situazioni di antagonismo tra elementi nutrivi, in quanto a determinare l’assorbimento delle sostanze nutritive non è solo la quantità di elementi apportata con le concimazioni ma i rapporti reciproci tra le varie sostanze.
Le sostanze nutritive possono ostacolarsi a vicenda nell’assorbimento se i rapporti reciproci tra le varie sostanze non sono corretti, oppure possono stimolarsi a vicenda nell’assorbimento.
I sintomi da carenza di fosforo (P) non sono frequenti, mostrano, oltre a una riduzione della dimensione, foglie dai bordi rossicci.
La carenza di potassio (K) sulle foglie si manifesta principalmente su quelle vecchie, con disseccamenti, necrosi, delle punte, apicali, più o meno marcati, minore intensità della colorazione verde, nei casi più gravi, con caduta precoce delle stesse.
Come intervenire
Quando l’umidità nel terreno è limitata, bisogna evitare di distribuire i concimi, in quando, tra le porosità del terreno mancando o è limitata la soluzione di liquido circolante e gli elementi nutrivi hanno difficoltà ad essere assorbiti dalle radici.
Conviene, allora, attuare gli spargimenti di fertilizzanti quando si hanno segnali di probabili piogge.
Una soluzione, non troppo difficoltosa e costosa, sarebbe apportare tra circa 15 – 20 giorni 20-25/litri di acqua per pianta, con botte, contenente “distillato di legno”, alla dose di 300 – 350 ml/hl che ha possibilità di sbloccare P e K.
Non conviene eseguire questa operazione ora poiché i peli radicali si trovano ancora con temperature del terreno troppo basse e non riuscirebbero ad assorbire.
Una buona combinazione potrebbe essere quella di aggiungere:
– concimi organici, magari contenenti humus di lombrico, ottenuto da ammendanti compostati;
– unito con Biochar, che non è altro che materiale carbonioso ottenuto per pirolisi, che è una degradazione termica di biomassa vegetale;
– inoculo di batteri azoto fissatori, non simbionti, che comprendono batteri appartenenti ai generi Clostridium, anaerobi, ed Azotobacter, aerobi, da spandere anche su cotico erboso senza interrare. Nell’azoto fissazione, l’azoto molecolare N2 è ridotto, grazie all’enzima “nitrogenasi”, ad azoto ammonico NH4.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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