Dopo l’allarme lanciato da Italia Olivicola, anche Unifol – l’Unione italiana delle famiglie olearie – denuncia la concorrenza “sleale” dei condimenti. “In molti scaffali della grande distribuzione – si legge in una nota – condimenti a base di oli vegetali e di oli extravergini di oliva arricchiti con qualche aroma vengono posizionati insieme agli oli extravergine di oliva, con il rischio di confondere i consumatori, attirati da prezzi molto convenienti”.
Unifol, associazione che raggruppa alcuni tra i più prestigiosi marchi oleari, ha già sensibilizzato gli organi istituzionali di controllo, sul rischio di confusione ai danni dell’intero settore. “Sono sempre più numerosi i punti vendita dove la tutela del valore degli extravergini sta venendo meno” spiega il presidente Giuseppe Vacca che ha aggiunto: “La preoccupazione delle nostre aziende è che, in nome di guadagni facili, si giochi sulla poca chiarezza nei confronti dei consumatori e si presenti poi il conto ai produttori italiani onesti”.
Produttori che stanno facendo i conti con una campagna olearia estremamente complessa. “L’olio extravergine di oliva – chiosa Zefferino Monini, Ceo dell’omonimo marchio spoletino – sta attraversando un momento particolarmente delicato con i prezzi allo scaffale in forte aumento per la siccità che in Italia e nel bacino del mediterraneo ha colpito l’olivo nelle fasi di crescita più delicate, riducendo drasticamente le quantità di olive prodotte e aumentando i costi di produzione e di raccolta”,.
E per Giampaolo Farchioni, Ceo dell’omonima azienda, i condimenti a base di olii vegetali e oli extravergini di oliva “non rappresentano un valore aggiunto in quanto mettono sullo stesso piano la raffinazione chimica degli olii vegetali con la naturale spremitura delle olive dell’extravergine. Un passo indietro nella trasparenza e comprensibilità, che sono diritti sacrosanti dei nostri consumatori”.