Dopo la potatura è importante disinfettare l’olivo

Interventi contro il pericolo di infezioni per l'attacco di patogeni
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La potatura è una pratica importante per mantenere la produttività degli olivi: sono rimossi rami o parti dell’albero per favorirne la crescita, la forma e la salute dell’albero. Però creano ferite, che devono cicatrizzare e guarire. Per ogni taglio la pianta reagisce subito andando a chiudere i vasi linfatici recisi e deve immediatamente riorganizzare la circolazione locale della linfa. Entrano in funzione anche sostanze che aiutano la pianta a resistere a possibili attacchi di patogeni, le fitoanticipine. Questi composti preparano le piante a fronteggiare gli attacchi, potenziando i sistemi di difesa.

Il pericolo di infezioni

Se quest’attività non fosse sufficiente e vi è il pericolo d’infezioni perché è penetrato un patogeno, la pianta è pronta a sintetizzare altre sostanze, le fitoalessine, che hanno capacità antifungina e antimicrobica, contengono anche prodotti fenolici, come i tannini e la lignina, o il callosio, uno zucchero, che rinforzano le pareti delle cellule intorno alla zona ferita, formando una barriera fisica contro l’introduzione di patogeni o di sostanze dannose.

Nel frattempo, le cellule intorno alla ferita subiscono una serie di cambiamenti, biochimici e metabolici, e iniziano a proliferare attivamente per chiudere la ferita producendo un tessuto chiamato callo di cicatrizzazione. Questo callo è costituito da cellule indifferenziate, che formano sulla ferita una barriera con l’ambiente esterno, proteggendo i tessuti sottostanti dalla disidratazione.
Le cellule del callo, dopo un “tamponamento transitorio” passano a uno “permanente”, differenziando e specializzando le cellule in quelle che andranno a costituire nuovi tessuti vascolari e quelle invece parenchimatici che si connetteranno con quelle contigue, formando una barriera solida. In questo modo si rimpiazzeranno tutti i tessuti danneggiati.

La capacità di occludere le ferite e d’impedire infezioni microbiche dipende dalle riserve energetiche della pianta, quindi dal suo vigore complessivo, dalla conformazione e dall’estensione della ferita. Un eventuale esito positivo d’infezione è dovuto, principalmente, a un’insufficienza della pianta nel produrre autonomamente una forte difesa antimicrobica.

Da considerare anche che funghi e batteri patogeni potrebbero essere in grado di rendere inefficace l’azione delle fitoalessine, detossificandole o sopprimendo la loro produzione. Non va dimenticato anche che la popolazione fungina e batterica presente sulle superfici vegetative potrebbe essere numerosa e aggressiva da superare gli ostacoli posti dalla pianta.

Le azioni di contrasto e contenimento

Per contrastare e contenere quanto più possibile il rischio d’infezioni è bene aiutare la pianta con utilizzo di prodotti fungicidi e battericidi come:
1) prodotti rameici come l’idrossido di rame ha un’azione rapida; o l’ossicloruro di rame una formulazione antifungina meno rapida dell’idrossido, ma tendenzialmente rimane più a lungo sulla pianta; la poltiglia bordolese, una miscela tra solfato di rame e calce idrata, è possiamo variarne la proporzione tra solfato di rame e calce idrata per rendere questa miscela acida, neutra o basica e adattarla a diverse. Nell’utilizzo dei prodotti rameici è possibile utilizzare sostanze che ne migliorano l’efficacia e la persistenza dei trattamenti, possono agire come bagnati e adesivanti, che evitano dilavamenti e proteggono le soluzioni.
2) La dodina, è un fungicida a largo spettro, non può essere miscelata con prodotti ad azione alcalina e con gli oli.

I tagli di grandi dimensioni

Quando il taglio riguarda rami con diametro maggiore a 5 cm, come nelle potature di riforma, può diventare utile rivestire la superficie di taglio con mastici o paste cicatrizzanti, che possono contenere ingredienti antimicrobici. Solitamente questi prodotti contengono una combinazione d’ingredienti attivi come resine, cera d’api, oli vegetali, antiossidanti e agenti antimicrobici.

Un esempio di formulazione per un cicatrizzante per tagli di potatura potrebbe essere: resina naturale 50%, cera d’api 15%, oli vegetali 25%, altri prodotti antiossidanti o sostanze antimicrobiche 10%. Queste percentuali sono indicative e possono variare secondo il produttore e della formulazione specifica del cicatrizzante. È importante seguire le istruzioni del produttore per un’applicazione corretta e sicura. Nel mercato sono facilmente reperibili anche cicatrizzanti spray a base di resine naturali.

Una pratica agronomica diffusa è d’applicare delle pennellature con prodotti rameici, eventualmente miscelati con altre sostanze, come ad esempio il propoli, capace di stimolare nella pianta le difese naturali. In questo caso le dosi da utilizzare potrebbero essere in un 1 litro d’acqua un ossicloruro di rame, esempio Cupravit blu o Cuproram 35 WG Blu, 10-15 g più Propoli 10 – 15 ml.
Va ricordata la disinfezione degli attrezzi da taglio quando si passa da una pianta all’altra per evitare di trasmettere eventuali microrganismi patogeni.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, disinfettare, Enzo Gambin, in evidenza, potatura

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