I frantoiani: “Difficile pagare le olive più di 90 euro al quintale”

Stefano Caroli, presidente dell'Associazione di Puglia, è realista
Economia
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“Da produttore piacerebbe anche a me che le olive venissero pagate dai 110 ai 130 euro al quintale. Ma sono anche frantoiano e so bene che se acquisto olive a quel prezzo e ci aggiungo le spese di lavorazione e confezionamento, dovrei vendere l’olio più economico a non meno di 15 euro al litro. Prezzo che il consumatore non è assolutamente disposto a pagare.”

Stefano Caroli (nella foto), presidente dell’Associazione dei Frantoiani della Puglia, ieri ha riunito il comitato scientifico insieme a rappresentanti dell’Aifo (Associazione italiana frantoiani oleari), dell’Associazione Mastri Oleari, di Cna e docenti delle due Università di Bari proprio per confrontarsi sulla nuova campagna olearia e analizzare produzione e costi.
Cosa è emerso dal confronto, presidente Caroli?
“Innanzitutto, che in Puglia la produzione che avremo quest’anno sarà buona. Non straordinaria come in un anno di piena carica, ma certamente di un livello più che positivo, neanche lontanamente paragonabile a quella disastrosa dello scorso anno, quando buona parte dei frantoi non aveva neanche aperto”.
Assenza di pioggia prima, grandinate poi: hanno pregiudicato qualità e quantità di olive?
“La pioggia era benedetta, certo dove ha grandinato in maniera pesante i danni sono stati consistenti. Ma devo dire che fortunatamente in generale le precipitazioni sono state importanti in previsione della raccolta”.
A proposito di raccolta, come stiamo procedendo?
“C’è chi ha cominciato. Ed anche i primi frantoi si sono messi in moto. Ad ottobre partiranno tutti”.
Nodo spinoso, la questione dei prezzi, soprattutto dopo che il presidente di Unapol si è sbilanciato su una forbice che va dai 110 ai 130 euro a quintale. Che ne pensa?
“Ne abbiamo parlato. A nostro giudizio sono prezzi non sostenibili. C’è il rischio che nessuno le acquisti ed i produttori siano costretti poi a rivolgersi alle cooperative per svenderle”.
Beh, va riconosciuto che gli olivicoltori stanno avendo da un paio d’anni costi di produzione maggiore…
“Sicuramente sì, io stesso sono un produttore e me ne rendo conto. Ma se acquisto olive sopra i 110 euro al quintale, già solo questo mi imporrebbe di vendere l’olio a 9 euro. Se poi ci aggiungo le spese che il frantoiano ha per accendere i frantoi, per pagare il personale, per il confezionamento e la rete di vendita, siamo su valori completamente fuori dalla portata del consumatore. Perché parliamo minimo di 15 euro al litro. Ed in una fase di inflazione spinta, aumento dei costi del carrello della spesa e stipendi e pensioni che non crescono, rischiamo che la famiglia media rinunci all’olio di oliva per altri oli vegetali di minor valore economico”.
Che prezzo suggerirebbe?
“Guardi, credo che già 90 euro al quintale sarebbe un ottimo prezzo per le olive. E parlo di olive di buona qualità. So che dicendo questo deluderò le aspettative di chi aveva pensato di ottenere prezzi migliori. Ma qui bisogna intendersi: se vendiamo l’olio di oliva a prezzi che i consumatori non si possono permettere, li perdiamo definitivamente. E riconquistarli un domani sarà davvero dura. Un problema che non riguarda solo i frantoiani, ma l’intera filiera: dai produttori di olive all’industria olearia, fino alla grande distribuzione”.

 

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Tags: Associazione frantopiani di Puglia, Caroli, in evidenza, prezzi delle olive al quintale

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