“Per creare valore aggiunto nel settore dell’olivicoltura bisogna chiaramente puntare sull’innovazione” Parole di Enzo Perri, Direttore del Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicultura con sede a Rende (Cs) nel chiudere la tre giorni del progetto Triecol, acronimo che sta Trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità.
“Questo progetto – ha aggiunto – ci ha dimostrato come sia indispensabile che la ricerca stia al fianco delle imprese e dei territori, così come è fondamentale lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra diversi centri di ricerca e poli universitari. Alla luce delle numerose opportunità offerte dal Mipaaf, anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dobbiamo lavorare sodo e in sinergia per determinare la ripresa e lo sviluppo dell’olivicoltura italiana, attraverso un meccanismo di crescita e di innovazione dei processi e dei prodotti, di riduzione dei costi di produzione e di incremento della redditività”.
Al centro del dibattito che ha riunito a Rende esperti di olivicoltura, gli obiettivi per lo sviluppo del settore, per rendere la filiera maggiormente competitiva, remunerativa, rispettosa dell’ambiente. I principali temi caldi emersi sono stati i cambiamenti climatici,m l’impatto sulla filiera, inclusa la diffusione delle principali malattie, fra cui la Xylella, e altri patogeni, e le strategie per contrastarne gli effetti negativi, la tutela della biodiversità, la selezione varietale e la diagnosi precoce. Relativamente al mercato dell’olio extra vergine d’oliva, invece, l’attenzione è stata posta alle problematiche legate al riconoscimento del prodotto e le strategie per ovviarlo: l’efficace comunicazione verso il consumatore e la valorizzazione dei prodotti attraverso le denominazioni d’origine e le certificazioni.
Non sono mancati gli aspetti legati alla tutela dell’agrobiodiversità e promozione del territorio. Nello specifico, la stretta correlazione tra peculiarità dei territori e le varietà degli oli evo, che denota l’unicità degli oli intesa come leva per il turismo enogastronomico ed esperienziale nei luoghi di origine. Rilancio della produttività. Il passaggio dalle varietà di gestione della filiera olivo agli impianti intensivi e super intensivi come interessanti opportunità di sviluppo.