Nell’ultima decade del mese di luglio l’accrescimento della polpa dell’oliva, mesocarpo, ha completato la sua prima fase di sviluppo ed anche i tessuti tegumentali ed embrionali hanno cessato di svilupparsi come dimensione.
Ora è il momento in cui le cellule del tegumento devono lignificarsi e diventare quel nocciolo che conosciamo, adatto a fare da involucro all’embrione, ossia al seme.
È un successivo passo nella crescita dell’oliva e, secondo le più accreditate teorie, è proprio in questo momento che la pianta d’olivo inizia la “pre-induzione” delle gemme, vale a dire che all’interno dei tessuti delle gemme stesse, si attuano dei cambiamenti tali da indirizzarle verso una produzione o di foglie, o di legno, o di fiore per l’anno successivo.
Questa fase fenologica è molto importante e, per una sua buona conclusione, in cui la formazione di gemme a legno e a fiore dovesse essere equilibrata, sono determinanti sia i fattori ambientali esterni, come la presenza o meno di stress idrici o da elevate temperature, e sia quelli interni, come lo stato idrico e nutrizionale della pianta.
In questa “pre-induzione”, la pianta d’olivo accorda i fattori esterni e interni mediante un’intensa attività ormonale, utilizzando auxine, le gibberelline, le citochinine, l’etilene, l’acido abscisico, e delle proteine.
Un grande lavoro, quindi, e un forte dispendio di energia da parte della pianta d’olivo che, deve far crescere le olive, indurire il nocciolo, sviluppare la chioma e programmare la produzione per il prossimo anno.
In questo momento l’elevato utilizzo delle risorse nutrizionali contribuisce ad accentuare l’alternanza, oltre che influenzare negativamente la vitalità delle gemme, con conseguenti risultati negativi. Diventa così utile avere presente che con corretti apporti di fertilizzanti – i quali , oltre a prevenire eventuali stati di carenza, costituiscono un mezzo molto efficace per mantenere lo stato nutritivo delle piante d’olivo in equilibrio – si favorisce la giusta proporzione tra differenziazione a legno e a fiore delle gemme. Nell’eventualità di una mancanza di elementi nutritivi la pianta d’olivo andrebbe a creare più gemme a legno, così da vere più foglie e reintegrare così lo squilibrio nutrizionale.
Tutti i macroelementi, come l’azoto, il fosforo, il potassio sono importanti in questa fase.
L’azoto influenza la sintesi delle sostanze proteiche e degli acidi nucleici. All’aumento della nutrizione azotata, corrisponde una maggiore presenza di gemme con differenziazione a fiore. Non bisogna esagerare, però, perché oltre un certo livello, mediamente 140 – 150 unità di azoto ettaro, l’effetto potrebbe diventare negativo.
Il fosforo è un elemento che favorisce la differenziazione a fiore e manifesta pure un’azione antagonista nei confronti dell’azoto, moderandone gli effetti negativi se si è ecceduto nella somministrazione.
Il potassio ha un ruolo importante per l’attivazione enzimatica, la divisione cellulare, la fotosintesi, il trasporto dei prodotti della fotosintesi e l’osmoregolazione.
Pure alcuni microelementi, quali: calcio, magnesio, boro, zinco e rame, possono influire sulla differenziazione a fiore, soprattutto qualora si trovino in condizioni di mancanza.
Per questi motivi è importante sostenere l’olivo nella fase d’indurimento del nocciolo con un intervento fogliare di 3 – 5 kg ettaro di prodotti che contengano un 5-7% di azoto, un 10-15% di fosforo, un 30-40% di potassio, eventualmente contenenti microelementi. In commercio si trovano più formulazioni con queste percentuali, si potrebbero aggiungere anche biostimolanti e corroboranti.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli