“Olio come prodotto culturale. Più di un condimento, più di un alimento: perché in quei profumi e in quei sapori unici ed irripetibili è racchiusa l’identità di un territorio”.
Paolo Morbidoni, presidente dell’Associazione Strada dell’olio Evo Dop Umbria ha inteso così sintetizzare il messaggio a giornalisti, chef, ristoratori ed operatori di settore intervenuti ad una speciale “Anteprima” dedicata alla conoscenza e agli assaggi per conoscere la biodiversità, le cultivar ed il territorio di provenienza. “La vera rivoluzione culturale nel settore dell’olio – ha aggiunto – si compirà appieno soltanto quando questo prodotto uscirà definitivamente dall’ambito degli addetti ai lavori e diventerà un prodotto culturale legato all’atto edonistico del mangiare. Quando diventerà esperienza da vendere sul mercato turistico e patrimonio di conoscenza, di chi cerca una qualità nel cibo che sia anche sostenibile e salutistica. Anteprima Dop nasce proprio per spingere fino in fondo questa nuova stagione dell’olio”.
La splendida cittadina di Todi ha fatto da cornice a questo appuntamento in cui si è voluta presentare la nuova annata Dop Umbria che festeggia quest’anno i 25 anni dal suo riconoscimento ufficiale, la prima a dimensione regionale, suddivisa in cinque sottozone che, come ricordato da Angela Canale – capo panel e figura di riferimento dell’olivicoltura umbra – esprimono ciascuna una propria peculiare caratteristica sensoriale (Colli Amerini, Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli Orvietani, Colli del Trasimeno).
“L’olio – ha sottolineato al riguardo il vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura Roberto Morroni – caratterizza l’identità culturale e paesaggistica del nostro territorio. Abbiamo investito per avere frantoi all’avanguardia, per sviluppare un’unione di intenti tra i produttori e sviluppare la filiera corta. Quello che in pochissimi imprenditori illuminati, inizialmente, hanno avuto l’ardire di fare, cioè di trattare l’olio come un elemento culturale di traino per il territorio e per il turismo – ha aggiunto -, come amministrazione regionale abbiamo cercato di farlo fare anche al resto delle aziende olearie dell’Umbria, anche grazie allo studio di un disciplinare sull’oleoturismo, perché oltre alla produzione, questa è la nuova frontiera su cui puntare, rendendo i frantoi al pari delle cantine, dei luoghi di accoglienza. Queste ed altre sono le ragioni per cui oggi l’Umbria è da considerarsi un vero e proprio “laboratorio” ed incubatore per la promozione dell’olio e dell’oleoturismo”.

Per maggiori informazioni: www.anteprimaoliodopumbria.it



















