di Juan Vilar
Consulente strategico
Sul pianeta vengono prodotte circa 250 milioni di tonnellate di oli e grassi, di cui il 30% è di palma, il 23% di soia, il 9% di girasole e il 18% di grassi animali. Gli olii di oliva, per la prima volta nella storia, non rappresentano nemmeno l’1% dei grassi animali e vegetali.
Di questi 250 milioni di oli e grassi, più di 50 milioni di tonnellate vengono utilizzati nella produzione di biocarburanti e, all’interno di questi, il 90% del totale dei grassi animali, il che limita la destinazione degli oli e dei grassi al consumo alimentare.
Numeri emersi nella tavola rotonda online sul mercato internazionale dei grassi animali e degli oli vegetali in occasione del World Olive Oil Exhibition, la principale fiera mondiale dedicata all’olio d’oliva. che riunisce i maggiori operatori del commercio internazionale di questo prodotto, unendo produttori e consumatori.
Hanno partecipato i maggiori esperti internazionali che hanno sottolineato come il problema principale causato dalla carenza di olio di oliva sul pianeta è il calo dei consumi e il comportamento irregolare nella sua produzione.
Jose Ángel Olivero, direttore commerciale di LIPSA, esperto di oli di palma e di palmisti e loro frazioni (cocco, girasole linoleico e alto oleico, colza, soia e mais) ha evidenziato che nel corso del 2023 l’unico olio che ha aumentato il suo prezzo, in media più dell’80% è stato l’olio d’oliva. Tutti gli altri sono scesi di prezzo tra il 20 e il 30%. A breve, a però previsto, per il cosiddetto “effetto pendolo”, accadrà il contrario: il prezzo degli altro oli vegetali aumenterà e quello dell’olio d’oliva diminuirà.
Jose Antonio Diaz Tavora, esperto del mercato dei grassi animali, ha rivelato che esiste un serio problema con l’aumento degli oli e dei grassi per la produzione di biocarburanti Con l’80% di questi grassi destinati al biocarburante – ovvero 200mila tonnellate – vi è una grande opportunità di mercato per gli oli d’oliva, che vedranno senza dubbio aumentare la loro domanda.
Da parte mia, come consulente internazionale per l’olio d’oliva, ho fatto presente che il calo del consumo di olio d’oliva nel pianeta è dovuto più alla mancanza di disponibilità che alla mancanza di domanda; si tratta di una crisi dell’offerta che ha portato il consumo, per la prima volta, a scendere di oltre 100 grammi, vale a dire da 420 a 310 pro capite all’anno.
Ultimo aspetto evidenziato nella tavola rotonda è presto, forse già in questo anno, gli Stati Uniti diventeranno il più grande consumatore di olio d’oliva nel mondo.
Sfoglia gratuitamente l’Olivo News cliccando qui