Malattie fungine dell’olivo? Ecco prodotti utili e dosaggio

Gli interventi di difesa consigliati contro l'attacco dei principali patogeni
AIPO
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Le malattie fungine dell’olivo costituiscono una minaccia costante per la produttività degli oliveti e la qualità degli oli. I principali patogeni che incontriamo sono la Spilocaea oleaginea, che causa l’Occhio di pavone, il Colletotrichum gloeosporioides, responsabile della Lebbra dell’olivo, il Pseudocercospora cladosporioides, che provoca la Cercosporiosi o Piombatura dell’olivo. Questi sono funghi patogeni specializzati per infettare l’olivo, causando la caduta anticipata delle foglie, una debilitazione generale della pianta e ripercussioni negative sulla produzione. Le olive infette possono cadere e l’olio che se ne ricava può presentare acidità e perossidi elevati.

Si aggiungono altre crittogame che causano marciumi radicali e del colletto, specialmente in condizioni di suolo umido e mal drenato (la Phytophthora spp.); o malattie del legno che provocano cancri rameali e possono causare disseccamenti e riduzione della produttività, soprattutto in piante stressate da fattori ambientali (le Botryosphaeriacee, come il Neofusicoccum spp.).

Gli interventi di difesa

Olivo attaccato da Cercosporiosi

Negli interventi di difesa contro questi parassiti si fa affidamento su una varietà di prodotti, ciascuno caratterizzato da specifici principi attivi e modalità d’azione, che si differenziano per la loro capacità di agire in maniera preventiva e/o curativa.

Tra le sostanze maggiormente utilizzate si annoverano i prodotti rameici, che rappresentano la classe di sostanze attive più tradizionali, a cui si aggiungono fungicidi specifici come la dodina, il fosfonato di potassio, il piraclostrobin, il difenoconazolo, che offrono soluzioni mirate per contrastare determinate infezioni. Questi ultimi non solo combattono efficacemente molte patologie fogliari, ma stimolano anche le difese naturali della pianta.

In questi ultimi anni sono comparsi anche i microrganismi come Bacillus subtilis che rappresentano un’alternativa biologica e sostenibile, sempre più apprezzata nell’ambito di pratiche agricole.

Il successo nella difesa dell’olivo richiede sempre più strategie integrate, in grado di combinare i vari trattamenti in modo sinergico e sostenibile.

Prodotti utili e dosaggio

Attacco di Occhio di pavone

Di seguito, sono approfonditi i dettagli relativi alle principali categorie di prodotti fungicidi, insieme alle strategie di utilizzo più efficaci per il 2025.
Rameici
• Rame idrossido: è particolarmente efficace contro l’Occhio di pavone e altre patologie, costituisce uno strato di protezione (es. Kocide 2000 200 g/hl).
• Rame ossicloruro: è attivo contro una vasta gamma di parassiti fungini offre un’azione schermante alla vegetazione (es. Ossiclor 35 WG Green 210-360 g/hl).
• Rame ossido: è di lunga persistenza e ha capacità di aderire alle superfici vegetali (es. Cobre Nordox 75 WG) 100 – 200 g/hl.
• Solfato di rame neutralizzato: offre un controllo fungino affidabile (es. Poltiglia 20 WG GREEN 250-500 g/hl).
• -Solfato tribasico di rame: è di lunga persistenza (es. Cuprofix® Ultra Disperss® 85 – 200 g/hl).

Altri fungicidi
• Dodina: è efficace in condizioni di alta pressione della malattia (es. Syllit 544 SC 125-165 g/hl).
• Fosfonato di potassio: ha un’azione sistemica, ovvero vengono assorbiti dalla pianta e distribuiti attraverso il sistema vascolare, stimolando le difese naturali contro i patogeni fungini.
• Piraclostrobin: appartiene alla famiglia delle strobilurine, una classe di fungicidi noti per la loro azione preventiva e curativa.
• Strobilurine: sono una famiglia di fungicidi di origine naturale o sintetica, derivati dai composti prodotti da alcuni funghi basidiomiceti, sia Azoxystrobin e sia Trifloxystrobin hanno origine sintetica ma sono ispirate ai composti naturali derivati da funghi basidiomiceti (Azoxystrobin è una strobilurina molto versatile, che garantisce una protezione prolungata e favorisce il vigore della pianta; Trifloxystrobin ha efficacia contro diverse crittogame e ideale per applicazioni alternanti con altri fungicidi).
• Bacillus subtilis QST 713: è un batterio benefico ampiamente utilizzato in agricoltura, incluso nell’olivicoltura, per la sua capacità di contrastare patogeni fungini e batterici (il Serenade Aso agisce con Occhio di pavone, Lebbra e Rogna, dosi 4-8 L/ha, massimo di 6 trattamenti per anno).

Fungicidi non di sintesi
• Bicarbonato di potassio: utilizzato per modificare il pH delle superfici vegetali, creando un ambiente sfavorevole alla proliferazione dei funghi, dose consigliata: 500-1000 g/hl o 5-10 kg/ha.
• Bicarbonato di sodio: simile al bicarbonato di potassio, agisce sul pH per impedire lo sviluppo di patogeni fungini, dose consigliata: 500-1000 g/hl o 5-10 kg/ha.
• Sapone molle di potassio: aiuta a gestire i parassiti e riduce la pressione dei funghi, dose consigliata: 300-500 ml/hl o 3-5 l/ha.
• Olio di neem: estratto vegetale con proprietà antifungine e insetticide, ideale per protezione prolungata, dose consigliata: 300-500 ml/hl o 3-5 l/ha.
• Zolfo: è uno dei fungicidi più tradizionali, bisogna però porre attenzione alla sua applicazione perché va evitata la sua aspersione con temperature elevate per prevenire possibili ustioni fogliari.

Strategia di trattamento combinata

L’approccio integrato prevede l’alternanza e la combinazione di questi trattamenti per ottenere una protezione completa dell’olivo:
• Rameici: Copertura ampia contro diversi patogeni.
• Fosfonato di potassio: Stimolazione delle difese della pianta.
• Strobilurine: Controllo delle malattie fogliari e protezione dei frutti.
• Fungicidi naturali: Azione di supporto per ridurre la pressione dei patogeni.

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Tags: Aipo, Enzo Gambin, in evidenza, malattie fungine

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