In giacenza abbiamo olio di oliva per circa 270 mila tonnellate, il 14,5% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. C’è più extravergine di oliva italiano (152.517, maggiore del 10,4%) a testimonianza di una campagna olearia decisamente migliore, specialmente in Puglia che consolida ancora più il suo ruolo di regione di riferimento dell’olivicoltura nazionale.
Dimezzato il quantitativo di extravergine comunitario (ve ne sono disponibili 38.747 tonnellate pari a -52%) e extra Ue (8.408 tonnellate con un -20,6%). In netto calo anche lampante e olio di sansa (entrambi sulle 20 mila tonnellate ed un calo di circa il 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e olio raffinato (16 mila tonnellate ed un -14%). Rispetto ad un anno fa
È questo il quadro del report di Frantoio Italia dell’Istituto Centrale della Qualità e della Repressione Frodi (Icqrf) aggiornato al 31 gennaio 2024. La distribuzione tra regioni conferma il primato della Puglia (112 mila tonnellate in giacenza) e le scorte raccolte dalle aziende olearee imbottigliatrici di Toscana e Umbria (42 mila tonnellate in giacenza per la prima e 26 mila per la seconda) che ad oggi hanno più olio di Calabria (25 mila tonnellate) e Sicilia (18.458).
Pari a 40 mila le tonnellate di olio biologico (per l’80% nazionale), mentre tra le Dop e le Igp, dietro la leadership incontrastata della Dop Terra di Bari, sale al secondo posto l’Igp Sicilia che scavalca Val di Mazara e Igp Toscano (anche se è ancora presto per avere un quadro complessivo della certificazione della nuova campagna).
Ultimo dato riguarda la differenza tra un mese e l’altro: rispetto a fine dicembre 2023 la quantità di olio è cresciuta in giacenza di 33 mila tonnellate, 20 mila delle quali con extravergine italiano.
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