Un recente studio condotto su diverse cultivar di olivo ha messo a confronto due differenti approcci alla gestione del terreno negli oliveti: l’inerbimento permanente e quello temporaneo. La sperimentazione, condotta da ricercato dell‘Istituto per l’olivicoltura di Rende (Crea) e dall’Agenzia regionale per l’agricoltura della Calabria (Arssa), è stata sviluppata in un oliveto con sesti di impianto 6×4.
Differenze tra i due metodi
Con l’inerbimento, come noto, si tratta di lasciare crescere spontaneamente la vegetazione tra gli alberi d’olivo, invece di lavorarla continuamente con attrezzi meccanici. Questa pratica ha dimostrato numerosi vantaggi, come la riduzione dell’erosione del suolo e un miglioramento della sua fertilità.
Nell’inerbimento permanente la vegetazione spontanea è stata regolarmente tagliata (tre volte l’anno) e lasciata sul terreno come pacciamatura, creando una sorta di “copertura naturale”.
Nell’inerbimento temporaneo la vegetazione è stata invece tagliata e interrata (trinciata e sovesciata due volte l’anno) con una lavorazione leggera.
Risultati dello studio
Lo studio, durato quattro anni, ha messo in evidenza, rispetto alle tre cultivar tratte (Carolea, Cassanese e Rossanese):
Fioritura: l’inerbimento temporaneo ha favorito una maggiore produzione di fiori in tutte le cultivar esaminate.
Allegagione: due delle tre cultivar hanno avuto una migliore allegagione con l’inerbimento permanente.
Produzione: pur garantendo entrambi i metodi una buona produzione di olive, l’inerbimento temporaneo ha dimostrato sia una maggiore produttività delle piante che una minore caduta prematura delle olive (cascola), grazie al contenimento della competizione idrica che ha limitato lo stress estivo.
Qualità delle olive: non sono state riscontrate differenze significative nella qualità delle olive prodotte con i due metodi.
Conclusioni
I risultati di questa ricerca suggeriscono che l’inerbimento temporaneo potrebbe rappresentare una strategia più vantaggiosa per la gestione degli oliveti, in quanto favorisce una maggiore produzione di fiori e olive, garantendo una buona qualità del prodotto finale. Tuttavia, i ricercatori hanno suggerito la necessità di ulteriori ricerche per confermare questi risultati e valutare l’impatto di queste pratiche sulla biodiversità e sugli insetti utili presenti nell’oliveto.
In sintesi, l’inerbimento, sia permanente che temporaneo, rappresenta un’alternativa valida alle tradizionali lavorazioni del terreno nell’olivicoltura. Lo studio ha evidenziato i vantaggi dell’inerbimento temporaneo in termini di produzione, ma sottolinea l’importanza di adattare le tecniche di gestione del suolo alle specifiche condizioni ambientali e alle varietà di olivo coltivate.