La salvaguardia, il recupero e la valorizzazione della biodiversità olivicola marchigiana e nazionale rappresentano elementi fondamentali per il futuro dell’olivicoltura. Nelle Marche sono ben 23 le varietà autoctone iscritte al Repertorio Regionale della Biodiversità, in Italia sono circa 600; queste, presenti da secoli su specifici territori, garantiscono la maggiore compatibilità ambientale, fattore sempre più importante alla luce dei cambiamenti climatici, e la massima tipicità al prodotto olio. Il legame genotipo – territorio, che trova la massima espressione nell’olio monovarietale, consente infatti di esaltare le peculiarità sia chimiche (in particolare composizione in acidi grassi e contenuto in polifenoli) che sensoriali, facilmente percettibili dal consumatore attento.
Il progetto sugli olivi monumentali delle Marche, realizzato dall’Agenzia Marche Agricoltura e Pesca (Amap) in collaborazione con il Cmr – Ibbr di Perugia nella figura di Roberto Mariotti, e con la consulenza di Giorgio Pannelli – Direttore Scuola Potatura Olivo, ha consentito di individuare piante secolari delle principali varietà marchigiane nella zona di origine e diffusione; su quelle risultate di maggior interesse storico sono state effettuate sia analisi genetiche (su pollone e su chioma) per la verifica della rispondenza varietale, sia la datazione del legno al radiocarbonio per la stima dell’età.
Gli olivi storici/monumentali rappresentano delle vere e proprie icone della biodiversità, monumenti viventi, sculture naturali, opere d’arte tramandate nei secoli; insomma un tesoro da custodire ed utilizzare per valorizzare i percorsi turistici e gli itinerari della biodiversità. Il valore di tali piante è sia nella capacità di produrre olive se ben gestite (valore agronomico), sia nel generare bellezza e nel valorizzare un territorio (valore ornamentale).
Tutto questo assume un’importanza ancora maggiore in un contesto di oleoturismo. I risultati del presente progetto hanno evidenziato l’età plurisecolare di alcune piante legate a varietà autoctone come (ad esempio) l’Ascolana Tenera o l’Orbetana. Inoltre, le indagini genetiche hanno messo in evidenza rapporti di parentela e similarità tra le varietà marchigiane e quelle di altre regioni nazionali e Paesi internazionali. Alcuni esemplari monumentali sono risultati sconosciuti e mai introdotti nei cataloghi regionali e nazionali dell’olivo aprendo una nuova possibilità di studio e valorizzazione di varietà a fortissimo rischio di estinzione, ma che venivano coltivate nella regione Marche da secoli.
“La tutela degli olivi storici/monumentali – si legge in una nota di Amap – passa innanzitutto attraverso una corretta manutenzione della chioma, proteggendola dalla capitozzatura o altri interventi che pregiudicano l’efficienza della struttura legnosa esponendola, quindi, all’azione nociva di agenti climatici e parassitari. Importante l’opera di personale qualificato, come i Potatori Certificati da AMAP e Scuola Potatura Olivo al termine di un percorso formativo e valutativo, che suggerisce di applicare il vaso policonico quale unica forma di allevamento e potatura dell’olivo. L’augurio è che tutto il patrimonio olivicolo marchigiano e nazionale possa finire nelle sapienti mani di professionisti, esperti conoscitori della specie olivo, delle sue esigenze fisiologiche ed agronomiche, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita. Di questo parleremo al convegno “Le icone della biodiversità – La biodiversità olivicola marchigiana scopre le sue carte: i risultati del progetto olivi monumentali”, giovedì 7 dicembre, alle ore 15.00, in Ancona presso H3 Coworking & Conference Center“. Interverranno Barbara Alfei – Amap, Roberto Mariotti -CNR-IBBR, Giorgio Pannelli – Scuola Potatura olivo, oltre ad una rappresentanza di olivicoltori “custodi” delle icone della biodiversità. Per coloro che non potranno essere presenti, ci sarà la possibilità di seguire il Convegno in diretta sulla pagina facebook Amap Marche. Info: Barbara Alfei, tel. 071.808319, alfei_barbara@amap.marche.it
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