Chi lo ha provato ne è entusiasta. Ed è sicuro che potrà rivoluzionare il sistema di raccolta in quegli oliveti dove – per caratteristiche morfologiche del terreno (ad esempio in pendenza), per tipologia di pianta o per semplice scelta dell’olivicoltore – si utilizzano gli abbacchiatori in luogo degli scuotitori meccanici.

L’esoscheletro è una tecnologica che nasce nelle moderne catene di montaggio delle automobili e che, attraverso questo progetto, si è voluto trasferire in operazioni olivicole grazie ad un prototipo realizzato dal Cipat (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica della Cia) insieme all’Università di Genova e alcune aziende private, sostenuto con le risorse del Psr ligure.
“Ridurre la fatica, aumentare la produttività e preservare la salute dell’olivicoltore sono gli obiettivi che l’esoscheletro permette di raggiungere” ha sottolineato Riccardo Giordano del Cipat nella presentazione di questa ultima versione del prototipo – ben dieci le versioni testate in precedenza – che potrà essere presto commercializzata (600 euro il costo stimato).

Ne è venuto fuori un dispositivo robotico che ottimizza le gestualità di lavoro, riducendo l’impatto sulla schiena dell’olivicoltore, attraverso una sorta di giubbetto da mettere in spalla e collegato ad una scatola dove si posiziona l’abbacchiatore che si muove con le mani per raggiungere il ramo dove scuotere le olive, ma senza che il peso dello strumento si riversi su spalle o schiena.
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