di Juan Vilar
Consulente strategico
I consumatori sono meno propensi ad utilizzare olio di oliva e di conseguenza si riducono gli acquisti. Queste le conclusioni che emergono dallo studio presentato dall’Università di Jaén attraverso il suo Osservatorio dei consumatori.
Lo studio, realizzato tra i mesi di gennaio e settembre di quest’anno, ha preso in considerazione tutti i tipi di oli e grassi consumati in Spagna nei supermercati e negli ipermercati. Sono stati analizzati 63 ipermercati e quasi 250 supermercati, per un numero di famiglie clienti pari ad oltre un milione. Iper e super rappresentano insieme una quota di mercato per la categoria oli e grassi pari al 68% della domanda. Più in generale il campione presentava un elevato grado di rappresentatività, contando quasi il 5% del volume totale delle vendite di oli d’oliva venduti nel paese, nei supermercati e negli ipermercati, e la stessa percentuale se parliamo della superficie di vendita.
Lo studio ha mostrato che nei primi 9 mesi dell’anno si è verificato un calo medio della domanda di oli d’oliva raffinati del 10,2%: questo calo è stato maggiore nei contenitori di volume più grande, come nel PET da 5 litri, che è diminuito del 24,68% L’olio di sansa ha visto invece aumentare la sua domanda di oltre l’86% per il periodo esaminato. I prezzi sono aumentati in media del 40%, con livelli maggiori per i contenitori di volume più grande.
Se ci riferiamo all’olio di girasole, la domanda è cresciuta del 21,20%, mentre il prezzo del 31,12%.
Nel settore degli oli vergini la domanda è aumentata del 2,14%. A crescere è stata la domanda dei vergini non extravergini, che è lievitata del 68,46%. Gli, extravergini, viceversa, hanno registrato un calo di oltre il 10,6%. L’aumento medio cumulativo dei prezzi è del 31,12%.
Si è verificata quindi una trasformazione delle preferenze dei consumatori per gli oli di oliva, spostandosi verso i vergini, invece che sugli extravergini, e anche verso gli oli di sansa, soprattutto nei piccoli formati. Insomma, viene segmentato l’acquisto, dosandone l’uso, acquistando di più online. Sebbene poi la fedeltà verso l’olio di oliva sia ben salda, inizia a cedere il passo nella domanda a favore di altri oli d’oliva, come nel caso della sansa (ma anche dell’olio di girasole).
Se si analizzano i consumi interni (famiglie, settore alberghiero e industria alimentare) tra gennaio e settembre si è registrato un calo del consumo di quasi 200mila tonnellate, pari ad un 43,90% in meno rispetto all’anno precedente.