Se negli oliveti si registrano piante affette da carie del legno si possono iniziare in questo periodo ad attuare le potature di risanamento, chiamate slupature. La carie del legno è una malattia provocata da un consorzio di funghi lignicoli (Fomes, Ganoderma, Phellinus, Polyporus e Stereum) che penetrano nella pianta attraverso ferite su tronco e branche e causano la graduale e progressiva degradazione del legno, in seguito all’aggressione enzimatica dei tessuti che subiscono prima un ammorbidimento, poi il disfacimento, sino ad essere ridotti in polvere.
Probabilmente, questi funghi lignivori prima di penetrare nel legno hanno avuto bisogno di un aiuto da parte microorganismi colonizzatori, che hanno precedentemente preparato il terreno, neutralizzando le difese della pianta e creando le condizioni nei tessuti legnosi per aiutare in seguito l’intervento dei funghi patogeni. Questa tipologia di funghi, tramite i loro miceli, invadono i tessuti e, passando di cellula in cellula, alterano le pareti cellulari in un processo di degradazione continuo. L’avanzata dei miceli non si arresta con le basse temperature e, anche durante l’inverno, con temperature compreso tra 5 e 7°C., continuano ad espandersi nel legno, anche se con minor velocità.
Come si difende la pianta
L’olivo tende di rispondere all’aggressione dei funghi lignivori producendo composti tossici o costruire uno strato legnoso che funziona da barriera, separando il legno infetto da quello che nascerà in seguito, ma non sempre riesce prima che si danneggi il legno.
Sintomi della carie
Questa malattia può essere localizzata su una o più porzioni della pianta o può colpire varie porzioni a livello della chioma, lungo il fusto, nelle parti interne della pianta o talvolta non essere così evidenti. Sulla chioma i primi sintomi rivelano accrescimenti irregolari e stentati, seccumi più o meno diffusi, delle foglie più piccole, microfillia. Contemporaneamente, la pianta presenta un progressivo deperimento con stentato sviluppo vegetativo, disseccamento della parte aerea e scarsa produzione, a volte muore.
Possiamo notare anche sintomi più caratteristici che compaiono sugli organi legnosi, fusto o grossi rami, con comparsa di zone depresse, o rigonfiamenti, disgregazione dei tessuti, fessurazioni e la comparsa di cavità più o meno ampie, possono presentare variazioni di colore, di aspetto con la prevalente degradazione della lignina, ad opera degli enzimi ligninolitici.
I tessuti colpiti da carie perdendo progressivamente elasticità, resistenza e volume, diventano fragili e permeabili, con conseguente riduzione della capacità di carico, sia dei rami sia del tronco, compromettendo così la stabilità della pianta, che risulta facilmente soggetta a pericolose rotture.
Questi sintomi possono essere confusi con quelli di altre malattie.
A queste prime manifestazioni possono aggiungersi altri, come zone depresse o rigonfiamenti, fessurazioni, tessuti disgregati, cavità più o meno ampie. Si aggiunge come elemento diagnostico, la presenza di corpi fruttiferi dei funghi, carpofori, alla base o lungo il tronco, questi sono evidenti quando le parti legnose sono già danneggiate ed il processo infettivo è ormai avanzato.
Misure di prevenzione
Sicuramente il metodo di difesa più efficace contro la carie dell’olivo è la prevenzione, rivolta a mantenere dei buoni stati vegetativi con le concimazioni e la difesa dai parassiti.
Cura
Nel caso la carie sia già penetrata nella pianta, si attua una difesa attiva mediante l’asportazioni del legno cariato fino a raggiungere il tessuto sano. Tale operazione è chiamata slupatura e si attua con l’utilizzo di appositi strumenti, come la motosega o l’accetta o ancora scalpelli affilati. Per evitare l’ulteriore diffusione della malattia, il legno infetto o le piante malate debilitate o morte vanno tolte e distrutte. A fine lavoro, le pareti della cavità devono essere lisce e inclinate, in modo da evitare ristagni di acqua, cui deve seguire una generale disinfezione utilizzando fungicidi a base di rame, come la poltiglia bordolese o l’ossicloruro di rame, da impiegare alle dosi e alle modalità riportate in etichetta.
Direttore Aipo
Associazione Interregionale Produttori Olivicoli
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