Tra aspettative e timori, ecco le previsioni produttive olearie

Dopo il cauto ottimismo del sud Italia, una panoramica nazionale
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Se nelle tre regioni a principale vocazione olivicola – Puglia, Calabria e Sicilia – le aspettative per la prossima campagna sono all’insegna di un cauto ottimismo, come L’Olivo News aveva riportato nei giorni scorsi (rileggi l’articolo qui), anche nel resto d’Italia le aspettative sono generalmente positive, pur senza toni trionfalistici. Del resto le piogge di maggio hanno un po’ ovunque frenato l’allegagione, mentre l’ondata di calore che stiamo vivendo in questi giorni sta accentuando fenomeni di cascola più o meno marcati che generano qualche preoccupazione. In ogni caso è ancora presto per fare previsioni, che potranno essere più indicative solo a fine agosto. Dunque non resta che registrare le indicazioni che giungono da produttori e tecnici delle varie regioni italiane.

SARDEGNA  – “Abbiamo aspettative discrete nel nord della regione e nelle zone costiere dove il clima ha favorito una fioritura anticipata, negative al centro dell’isola – spiega Aurelio Podda, vicepresidente dell’Associazione frantoiani della Sardegna – a causa delle piogge che hanno poi inciso in maniera impattante nell’allegagione. Non sarà, nel complesso, una grande produzione olearia quest’anno, confidiamo ovviamente nella qualità”.

CAMPANIA – “Produzione a macchia di leopardo in Campania – analizza Leonardo Feola, tecnico olivicolo di Confagricoltura Salerno – dove la costa ha pagato più di altre zone le piogge torrenziali da occidente, tipiche di questo periodo di cambiamenti climatici, mentre l’entroterra ha retto meglio. La provincia di Salerno, che è a quella maggiormente olivicola, ha registrato difficoltà di allegagione nella parte più a settentrione, a differenza della zona del Cilento dove, anche grazie a varietà tardive come la Pisciottona, si confida in una buina produzione”.

ABRUZZO – “Se lo scorso anno potevamo considerare buona la produzione in Abruzzo – analizza Silverio Pachioli, accademico dei Georgofili, dell’Accademia dell’olivo e dell’olio e di quella dell’agricoltura – per la prossima campagna le aspettative sono leggermente inferiori, tendenzialmente del 20% in meno. Bene le varietà autoctone come la Gentile di Chieti, molto male quelle dei superintensivi. Diffusa cascola in questi ultimi giorni, che sta interessando un 10/20% della produzione, più marcata nel Leccino”.

LAZIO – “Più o meno sarà una produzione in linea con lo scorso anno – confida Andrea Quattrociocchi, del frantoio Santanna di Veroli – non eccezionale, ma comunque buona. La pioggia di maggio ha ridimensionato l’allegagione, ora è arrivato questo caldo torrido che speriamo non crei criticità. Ad ogni modo bisogna essere ottimisti”.

MARCHE – “Bene nelle zone più fresche di collina che sembrano con una buona carica di olive, un po’ meno lungo la costa dove si è pagata maggiormente la scarsa allegagione” spiega Gaetano Ugo Agostini, dell’omonimo frantoio in provincia di Fermo. “Anche se è ovviamente presto per fare previsioni, credo che si prospetti una stagione nella media per le Marche”.

UMBRIA – “Eravamo partiti con grandi aspettative per un’ottima fioritura – ci spiega Marco Viola, produttore e presidente di Assoprol – poi la pioggia non ha certamente favorito l’allegagione. Diciamo che l’Umbria registra indicazioni a macchia di leopardo, dove le zone pianeggianti sono rimaste più penalizzate, mentre meglio è andata nelle fasce collinari e di altura, in particolare quella tra Spoleto e Assisi dove si attende una buona produzione. Siamo comunque in tutte e cinque le sottozone della Dop intorno ad un 30% in meno rispetto allo scorso anno, quando avevamo comunque registrato una buona campagna. Ora c’è da tener sott’occhio l’attacco della mosca, specie con queste piogge improvvise che generano umidità”.

TOSCANA – “Sarà un’annata di scarica – ci dice Sandro Piccini, presidente della coop Olivicoltori Toscani Associati – con una situazione più pesante nell’entroterra e migliore lungo la costa, in particolare nelle province di Grosseto e Livorno, che lo scorso anno invece erano state quelle più penalizzate. È comunque ancora presto per dare un giudizio definitivo, speriamo che la situazione non peggiori ulteriormente”.

EMILIA ROMAGNA – “Campagna in linea con quella dello scorso anno in Emilia-Romagna – analizza Antonio Volani, responsabile tecnico AIPO – con una allegagione che è stata abbastanza buona e una cascola in atto che comunque non dovrebbe inficiare eccessivamente sulla quantità della produzione finale”.
LIGURIA – “Non disastrosa come lo scorso anno, ma certamente sarà una campagna al di sotto di quello che si sperava in Liguria – commenta Gianni Benza, produttore di Imperia – con l’allegagione frenata da umidità e nebbiolina costante, senza quelle precipitazioni che avrebbero potuto dare acqua ai terreni, specie in questo periodo dove calore e siccità mordono parecchio sugli oliveti. Laddove si riesce, e sono pochi casi, si irriga, ma non è che si risolva granché”.
NORD ITALIA – Dalle indicazioni che giungono dall’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli che raccoglie associati in Veneto, Lombardia, Trentino e Friuli le aspettative sono in linea con quelle dello scorso anno quando la campagna è stata un po’ ovunque discreta. Anche qua si registrano fenomeni di cascola,ma in linea con l’andamento fenologico.

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Tags: in evidenza, Produzione olearira, regioni

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