Un filo d’olio come filo di speranza, di riscatto e di rinascita! È questo il cuore del progetto “Viaggiare su un filo d’olio”, nato dalla collaborazione tra la casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento e Val Paradiso, realtà d’eccellenza dell’olivicoltura siciliana. Un’iniziativa che intreccia territorio, formazione e reinserimento sociale, offrendo ai detenuti un’opportunità concreta di crescita personale e professionale, a partire dalla terra.
Lunedì prossimo, presso la sede dell’istituto penitenziario, alle ore 10, si terrà la presentazione ufficiale dell’olio extravergine d’oliva “La Rupe”, frutto delle olive coltivate all’interno della tenuta agricola della struttura, raccolte a mano dai detenuti e lavorate nel frantoio dell’azienda Val Paradiso che si avvale di un moderno impianto Pieralisi.

L’evento vedrà la partecipazione, tra gli altri, del direttore della casa circondariale Anna Puci e dei titolari della Val Paradiso Massimo e Desiderio Carlino.
Sarà l’occasione per raccontare i risultati ottenuti, riflettere sull’impatto del progetto e annunciare le novità in programma per la prossima edizione. Per il 2025, infatti, l’iniziativa si arricchirà con un modulo formativo avanzato, volto a trasmettere ai detenuti conoscenze sull’intera filiera dell’olio d’oliva: dalla raccolta alla trasformazione, fino alla progettazione dell’etichetta e alla promozione del prodotto sui canali digitali e social. Un percorso completo, che affianca al lavoro agricolo competenze in ambiti creativi e commerciali.
La mattinata si concluderà con una degustazione guidata dell’olio “La Rupe”, accompagnata da un assaggio di pane e olio, a simboleggiare la semplicità e la forza di un progetto profondamente umano.
Avviato nell’autunno 2024, “Viaggiare su un filo d’olio” ha rappresentato un esempio virtuoso di agricoltura sociale, trasformando un oliveto in una opportunità di riscatto e formazione. Grazie alla visione del direttore Anna Puci e alla disponibilità di Val Paradiso, i detenuti hanno potuto sperimentare la fatica del lavoro, il valore della collaborazione e la bellezza del prendersi cura. Le bottiglie prodotte, non destinate alla vendita ma donate in beneficenza alle Istituzioni, veicolano un messaggio potente: anche dietro le mura di un carcere può nascere qualcosa di prezioso, capace di raccontare impegno, altruismo e desiderio di riscatto.
Come sottolinea Massimo Carlino, rappresentante di Val Paradiso: “Abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa, curando ogni fase del processo produttivo: molitura, estrazione, analisi, stoccaggio e confezionamento. Il nostro obiettivo è stato offrire ai detenuti uno sguardo diverso sul proprio presente. Il contatto con la terra, in un contesto di privazione, può diventare una lezione di libertà. E l’agricoltura è la miglior maestra”.
Un filo d’olio che unisce mani, storie e speranze.