L’olivicoltura sta affrontando una sfida cruciale: la progressiva scomparsa degli insetticidi organofosforici, come il clorpirifos, dimetoato e phosmet, un tempo fondamentali per il controllo degli insetti fitofagi che si annidavano sotto la corteccia degli olivi. Questi prodotti possedevano proprietà gasificanti e citotropiche, permettendo loro di penetrare nei tessuti vegetali e colpire gli insetti nascosti.
La loro tossicità ha portato, però, alla revoca della registrazione nell’Unione Europea, aprendo la strada alla ricerca di soluzioni biologiche più sicure e sostenibili con i nematodi entomopatogeni.
Una soluzione biologica per il controllo dei parassiti dell’olivo
I nematodi sono organismi vermiformi appartenenti al phylum Nematoda, presenti in numerosi ambienti naturali. Alcuni vivono liberi nel terreno, mentre altri hanno sviluppato capacità parassitarie, infestando piante e animali. Tra questi, i nematodi entomopatogeni si sono evoluti come strumenti naturali per il controllo biologico degli insetti dannosi, sfruttando una particolare simbiosi con batteri letali per l’ospite.
La simbiosi con batteri: un’efficace strategia evolutiva
I nematodi entomopatogeni vivono in simbiosi con specifici batteri (dei generi Xenorhabdus e Photorhabdus). Questa relazione è fondamentale per la loro sopravvivenza e per la capacità di uccidere rapidamente gli insetti ospiti attraverso un processo complesso di colonizzazione e decomposizione.
La simbiosi tra nematodi e batteri è un vantaggio reciproco per entrambe le specie:
– per i batteri, i nematodi fungono da vettori che li trasportano fino agli insetti ospiti, proteggendoli dall’ambiente esterno; senza i nematodi, i batteri non riuscirebbero a raggiungere gli insetti in modo efficace;
– per i nematodi, i batteri producono tossine letali che uccidono l’ospite e ne scompongono i tessuti, creando un ambiente ricco di nutrienti che favorisce la loro crescita e riproduzione.
Come si introducono i batteri nei nematodi?
Quando un nematode si sviluppa nella carcassa di un insetto morto, assorbe i batteri presenti nel cadavere. Questi sono incorporati nella vescicola intestinale delle nuove generazioni di nematodi, creando una popolazione stabile di simbionti che verrà trasmessa alla prossima generazione quando i nematodi si disperderanno alla ricerca di nuovi ospiti.
Come il nematode rilascia i batteri?
Dopo aver penetrato nel corpo di una larva d’insetto attraverso spiracoli, ano o bocca, il nematode si dirige verso la cavità interna dell’ospite (emolinfa) e rilascia i batteri attraverso un preciso meccanismo:
1. stimolo ambientale – Il nematode percepisce le condizioni fisiologiche dell’ospite e attiva la liberazione dei batteri;
2. espulsione attiva – I batteri vengono espulsi dalla vescicola intestinale del nematode e diffusi nell’emolinfa dell’insetto;
3. proliferazione batterica – I batteri si moltiplicano rapidamente e producono tossine letali, causando la morte dell’ospite entro 24-72 ore.
Applicazione nel controllo biologico dell’olivo
Grazie a questo sistema di predazione, i nematodi entomopatogeni sono impiegati nel controllo biologico di diversi parassiti agricoli. Nel caso dell’olivo, vengono utilizzati contro:
a) Oziorrinco (Otiorhynchus spp.) – applicazioni sul terreno.
b) Margaronia (Palpita unionalis) – applicazioni alla chioma.
c) Lepidotteri suggiscorza (Euzophera pinguis) – applicazioni alla chioma.
Prodotti disponibili sul mercato e loro utilizzo
Capirel® / Larvanem® (Koppert): contengono Heterorhabditis bacteriophora
Entonem®: contiene Steinernema feltiae
Nemastar®: contiene Steinernema carpocapsae
L’utilizzo di questi prodotti va attuato secondo le indicazione della casa produttrice, avendo l’accortezza di considerare che, trattandosi di un prodotto “vivo” va acquistato sempre fresco e applicato tramite irrorazione. La temperatura del serbatoio dell’acqua non deve superare i 25°C.
Si riporta un esempio pratico di una possibile strategia stagionale con nematodi entomopatogeni per l’olivo peri il controllo biologico
Accorgimenti tecnici generali
- non usare fitofarmaci fungicidi o insetticidi nelle 48 ore precedenti e successive;
- evitare applicazioni in giornate ventose, troppo calde o secche;
- agitare costantemente la miscela per evitare la sedimentazione dei nematodi;
- verificare che gli ugelli della pompa abbiano foro ≥ 0,8 mm;
- applicare alla sera o in giornate nuvolose per ridurre l’esposizione ai raggi UV.
Le applicazioni di nematodi entomopatogeni sul terreno si attuano tramite irrorazione. I nematodi entomopatogeni cercano e infestano le larve di insetti parassiti, nel caso dell’olivo colpiscono larve di Otiorhynchus spp. (Oziorrinco), che stanno attraversano gli stadi di sviluppo nel suolo e a contatto con le radici.
Conclusione
Con la progressiva eliminazione degli insetticidi organofosforici, il futuro del controllo dei parassiti dell’olivo dipende da soluzioni biologiche sicure ed efficaci. I nematodi entomopatogeni rappresentano una valida alternativa per proteggere gli oliveti, con applicazioni che continuano a essere studiate e perfezionate, specialmente per parassiti difficili da raggiungere come Lepidotteri suggiscorza, Oziorrinco e Margaronia.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli