L’olio di Pompei, prodotto con le olive delle aree verdi del Parco archeologico, ad un anno dalla prima produzione, ha ricevuto il riconoscimento di certificazione IGp Campania. E i visitatori oggi (lunedì 30) hanno potuto assistere alla molitura delle olive appena raccolte, degustando l’olio Pùmpaiia.
“Avvalersi dei metodi e delle tecniche della raccolta delle olive utilizzati nel mondo romano, illustrati anche da autori come Columella e Plinio il Vecchio, significa garantire il pieno rispetto delle piante, salvaguardare la biodiversità e garantire la piena sostenibilità ambientale”. È quanto sta realizzando il Parco archeologico di Pompei con il vasto patrimonio di olivi presenti nei siti di propria competenza, grazie alla collaborazione con Unaprol e Aprol Campania. L’attività si inserisce nel più ampio progetto di Azienda agricola Pompei, un progetto teso alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio naturale del Parco. La raccolta delle olive viene effettuata presso tutti i siti del Parco e, in particolare, a Stabia e a Civita Giuliana dove sono presenti, in continuità con il mondo arcaico, le cultivar Minucciola, Ogliarola, Olivella, Pisciottana, Ravece, Rotondello, oltre la Nostrale oggi a rischio di estinzione.
L’assaggio è stato curato da “I Ragazzi di Plinio”, giovani del territorio con autismo o disabilità cognitiva impegnati in attività agricoltura sociale nei siti del Parco.