Crollo produttivo al centro-nord, possibili i risarcimenti?

Esperienze del passato evidenziano che vi sarebbero i presupposti
Economia
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È pensabile un risarcimento per gli olivicoltori ed i frantoiani delle regioni del centro-nord Italia che hanno registrato perdite importanti nella campagna olearia appena conclusa? È plausibile che agli stessi possano essere riconosciuti ristori come, ad esempio, ai viticoltori con la peronospora?

Sono domande che qualcuno si è posto a conclusione di una campagna che definire disastrosa per molte regioni è un semplice eufemismo. Dalla Liguria alla Toscana, per continuare con Lazio, Umbria e Marche, tanto per citare i territori più penalizzati, sono migliaia i produttori di olive e di olio che hanno pagato a carissimo prezzo i danni climatici e il successivo attacco della mosca. E, oltre ovviamente ai frantoiani che fanno del settore oleario l’unica fonte di reddito, vi sono anche molte aziende agricole dove l’olivicoltura è una delle voci più importanti nel bilancio annuale.

Abbiamo ascoltato alcuni esperti in materia che ci hanno riferito che la base di ogni ragionamento è il decreto legislativo 102/2004 relativo al Fondo di Solidarietà Nazionale, attivabile laddove si verifichino sostanzialmente due condizioni: che il danno sia superiore alla soglia minima del 30% e che il danno non riguardi produzioni per le quali poteva essere prevista l’assicurazione. 

Entrando nel merito: detto che il 30% di danno è stato superato abbondantemente in molte regioni, relativamente invece ai fenomeni atmosferici e fitopatie, questi rientrano certamente nelle categorie assicurabili e dunque teoricamente esclusi dalla possibilità di accedere al fondo. Teoricamente, appunto.

Di fatto, però, il recentissimo passato insegna – e la peronospora per la viticoltura ne è l’esempio più eclatante, ma vi è stato anche il caso delle gelate per citarne un altro – che su richiesta delle Regioni, il Governo può concedere una deroga per favorire la ripresa dell’attività produttiva, a favore degli agricoltori che non hanno sottoscritto una polizza assicurativa.

Ecco, tanto per intenderci, cosa è stato previsto in Gazzetta Ufficiale proprio per la peronospora nel luglio scorso: “Le imprese agricole che hanno subito danni da attacchi di peronospora alle produzioni viticole e che non beneficiano di risarcimenti derivanti da polizze assicurative o da fondi mutualistici, possono accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, in deroga all’articolo 5, comma 4, del medesimo decreto legislativo n. 102 del 2004. Le Regioni territorialmente competenti possono deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”.

L’articolo 5, comma 4, rispetto al quale si concede la deroga dispone che “Sono esclusi dalle agevolazioni previste al presente articolo i danni alle produzioni ed alle strutture ammissibili all’assicurazione agevolata”. Deroga appunto!

Premessa per arrivare a tale provvedimento che riconosca la deroga, è che le Regioni si attivino in tal senso. E per attivare un qualsiasi Ente regionale servirebbe una richiesta – o meglio una pressione – da parte di qualcuna delle organizzazioni di rappresentanza dei produttori, pressione che nel caso della peronospora si è registrata in maniera forte e da più parti.

L’iter dovrebbe prevedere anche una modulistica regionale per la segnalazione dei danni così da permettere alle strutture decentrate della Direzione Agricoltura di ciascuna Regione interessata di delimitare il territorio colpito ed elaborare la proposta per richiedere al Ministero competente, il Masaf, il riconoscimento del carattere di eccezionalità dell’evento. Sarà poi compito del Masaf, qualora vengano comprese le difficoltà e i danni registrati, a pubblicare il decreto ministeriale specifico.

A parere di chi scrive, sulla scorta di un confronto con esperti in materia, i presupposti per un’azione di questo genere ci sarebbero. Anche laddove il focus sia incentrato sul ristoro per la ripresa dell’attività produttiva. Tanto più che, come segnalato dagli stessi, si tratta di attivare una azione politica, perché è la politica a dover avere il senso di responsabilità di riconoscere il danno ed accordare la deroga, come peraltro fatto in tanti altri settori agricoli. Smentendo così, almeno in questa circostanza così sfavorevole, quanti ormai si sono arresi al fatto che per le istituzioni, l’olivicoltura sia figlia di un dio minore.

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Tags: in evidenza, risarcimenti

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